Tutto tranne
Puoi fare tutto in videoconferenza, dice. Quasi tutto, forse. Tutto tranne capire la persona, sentire come reagisce quando inizia a salire la tensione, se le si accorcia il respiro, se tamburella con le dita sul tavolo, se si trattiene dal fare un gesto plateale o scortese, tutto tranne vedere se le si blocca l’appetito quando sul tavolo vengono messi i fogli con numeri che nessuno vorrebbe vedere, tutto tranne rallentare il passo quando la riunione è finita per riservare gli ultimi due minuti, quelli più preziosi, a tre frasi che spiegano quel che prima non poteva o voleva esser detto mentre l’ascensore arriva al piano. Tutto tranne sentire la persona, e riuscire a capirla per davvero quando ci parli al telefono, e saper intendere cosa vuol dire se prima la senti tutti i giorni e poi una volta alla settimana, se scrive ciao come stai oppure buongiorno, tutto tranne riuscire a percepire il momento in cui sei passato dall’essere una persona di cui fidarsi all’essere un fornitore – puoi fare tutto in videoconferenza, dice, tutto tranne le cose che contano.