Greetings from Bratislava 2012 – “Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell’umanità”
Per i casi della vita, negli ultimi tempi sto girando solo per città che hanno passato qualche decennio sotto governi comunisti – Shanghai, Belgrado, Budapest, Ljubljana, Zagabria, oggi Bratislava, domani Praga. E onestamente, se avessi quindici anni e nessuno mi avesse fatto leggere qualche libro di storia, tracce di questo passato io non sarei in grado di trovarne. Forse la statua di Mao vicino al Bund a Shanghai, che però se ne sta ben incastonata tra i grattacieli di Pudong che assomigliano tanto a Manhattan vista da Brooklyn e il grattacielo della Bank of China. Per il resto nulla, come se questo passato fosse stato accuratamente cancellato, oppure semplicemente inghiottito da Ikea, dall’Euro, dalla trickle down economy, da Internet. E così poco fa, quando ho attraversato Námestie Ľudovíta Štúra lasciandomi alle spalle il Danubio che è marrone a dispetto di tutti gli Strauss e mi sono trovato di fronte questa enorme statua di Stalin non ho potuto fare a meno di chiedermi se stavo sognando, cosa diamine ci faceva lì, senza una targa, senza un apparente motivo al mondo, come se i russi prima e i maggiorenti del partito comunista cecoslovacco poi e i fondatori della nuova Slovacchia infine se la fossero dimenticata, un po’ come le scritte Credere Obbedire Combattere che noi italiani abbiamo lasciato sui muri di mezzo paese per pigrizia o per ignavia, buona solo per permettere a un italiano che sta andando a cena di fermare un americano e chiedergli excuse me sir, can you take me a picture.