Game over, ma anche no
Non conoscevo Alessandro Marzi se non per quei dodici minuti girati da Biccio. Non dirò niente di lui, potrei dire che capisco benissimo il dolore di Fabrizio per la perdita di un amico, di una sorta di fratello con il quale hai passato insieme una vita, e pure il momento della morte: come tanti, ci sono passato anch’io. E ogni tanto ho la sensazione che non se ne venga fuori mai per davvero. Dicono che il tempo cura le ferite, forse è vero e forse no. Dicono che il tempo fa dimenticare, e invece su questo una certezza ce l’ho – fa dimenticare le cose e le persone che non contano così tanto. Le altre non le dimentichi mai, rimangono lì, a farti male e consolarti al tempo stesso. La morte è un gigantesco e irrimediabile game over. Ma in fondo, anche no. A suo modo, c’è una qualche consolazione anche in questo.