Lucciole
La piazza è piena di gente, ragazze altissime che camminano su tacchi ancor più alti vestendo gonne ancor più corte, studenti che si danno pacche sulle spalle, coppie incerte che studiano cattivi menu, il rumore di fondo di una sera di estate che ancora non si preoccupa della pioggia che arriverà domani. Pare che tutto giri intorno alla statua, e pare che la statua guardi quella fontanella insensata usate per rinfrescarsi volti accaldati e pulire frutti. Un uomo si siede su uno scranno di metallo verde che durante il giorno ospita fiori comprati da chissà chi, e dopo poco si scosta per fare posto a una signora anziana che sorride grata. Il cielo è pieno di lucciole, sono blu fosforescenti, partono dalle mani di ragazzi dalla pelle scura che tendono un elastico e le lanciano verso il cielo nero, alzando gli occhi sembra di stare in campagna con quei piccoli lampi blu che volano, e cadono, e si appoggiano sulle pozzanghere. La signora anziana si alza dallo scranno, una ragazza resta in piedi, ferma con le braccia conserte, cercando con gli occhi qualcuno in mezzo alla folla, e le lucciole volano un’altra volta, aspettando che un bambino convinca il padre che sì, va bene, la prendiamo e la portiamo a casa.