Greetings from Shanghai 2012 – New World
Siamo al quarantasettesimo piano del grattacielo nel quale alloggiamo questa settimana. Sono le undici di sera e guardando fuori dalle vetrate del disco volante messo in cima al palazzo mi ricordo una sera in cima alla Sears Tower di Chicago, fuori c’era lo stesso panorama, grattacieli, nuvole, aerei in atterraggio e le lunghissime serpentine rosse e bianche di macchine ferme là sotto, qualche centinaio di metri più in basso. Questo albergo porta il nome di New World, e immagino che il nuovo mondo sia la Cina nella quale è stato costruito, quella fatta dai diciannove milioni di persone in mezzo alle quali ci muoviamo faticosamente tra clacson, motorini, vetrine scintillanti, poliziotti che marciano al passo dell’oca, offerte di prostitute, hi-tech park, ideogrammi, smartphone, e mi chiedo quanto sia davvero diverso, questo nuovo mondo, da quello vecchio che dovrebbe o vorrebbe sostituire – la band del bar del disco volante ha appena finito “Bette Davis Eyes” e attacca “Sultans of Swing”.