Avanti o popolo alla riscossa
In questo momento sulla mia scrivania stanno un busto di Tito, un busto di Mao, una mug con il Grande Timoniere che guida il festante popolo cinese*. Ogni tanto passa gente di provata fede anticomunista, si ferma a guardare e dice “no, ma sono troppo belli” – la stessa gente che mi chiede di portargli souvenir comunisti da Shanghai, la stessa gente che spende cifre inenarrabili al Dong Tai Lu Antique Market oppure al Propaganda Poster Art Centre per comprare qualsiasi tipo di memorabilia della Rivoluzione Culturale, la stessa gente che cerca le bancarelle dei rumeni al Checkpoint Charlie per portarsi a casa un cappello da VoPo – insomma, ci siamo capiti. Cosa ci sia nell’iconografia comunista che sia capace di attirare quasi chiunque non lo so, perché è ovvio che non ha a che fare con la fede politica: e se vi è capitato di guardare qualche mostra di pittura sovietica degli anni Quaranta avete già escluso anche la motivazione artistica, almeno quella basata sugli stessi canoni estetici che vi fanno apprezzare Raffaello e Keith Haring. Insomma, quale sia il motivo io non lo so, so solo che non mi è ancora capitato di vedere gente che al polso porta un orologio con l’effigie di Ronald Reagan, forse la sconfitta della storia fa il paio con la vittoria nell’immaginario collettivo, chissà.
* Più un bicchiere di Dick’s Last Resort di Boston, un bicchiere della Sam Adams Brewery – sempre di Boston -, una ball of suggestions, una confezione di sei matite Union Jack, una confezione di Bic a forma di Bic, altre sette mug, un bicchierino di vetro per grappa preso a Ljubljana al Mir Festival, due matrioske, una bambola voodoo presa a New Orleans, una bottiglia di Stella Artois “Lions Festival Special Edition”, due bandiere scozzesi, un elefantino in alabastro, due piccole piramidi, un’ottava mug a forma di testa di beduino presa nell’aeroporto di Dubai, una sfera luminosa, una confezioni di dieci microbottiglie di “Storica Nera” (è una grappa, eh), un pupazzo di Stuart Little dimenticato dalla precedente proprietaria della scrivania. Forse dovrei farmi visitare da uno bravo.
September 25th, 2012 at 16:12
a proposito di bravura, mi sovviene un sorriso 🙂
se mi trovassi i certi luoghi..prenderei senz’altro delle cartoline, dei magnti con immagini fotografate dei luoghi più caratteristici e delle maschere tipiche, poichè attraverso la drammatizzazione teatrale secondo quel contesto culturale, si intravedono tracce di storia, paure e drammi, usanse e tutto quel mondo sommerso delle tradizioni…ormai rimaste..non dico in cina, che è un caso a parte, … a far capolino alla modernità sempre più globalizzata anche nei souvenir
October 9th, 2012 at 15:15
….io ho una piccola sveglia rossa con l’effige di Mao che sventola il libretto rosso che ho comprato al mercato dell’antiquariato di Dongtai Road, …..non manca mai, inoltre, una bella bottiglia di Storica Nera…per niente vivo a Bassano del Grappa…..:)
Mi è piaciuta la tua descrizione del Bund….concordo totalmente, io soggiorno all’hotel indigo quando vado a Shanghai e da lì la vista è molto, molto bella, soprattutto la sera