Non guardarla più
Quando giocavo a biliardo c’era questo modo di dire – tiravi un bel colpo, uno di quelli che lo vedevi subito che avevano tutto quel che serve, il tocco, la sicurezza, la direzione, la velocità, lo vedevi nel momento stesso in cui la stecca colpiva quella piccola sfera, e c’era uno che guardava la partita e diceva “non guardarla più”. Voleva dire stai tranquillo, puoi anche voltare le spalle e quando ti rigiri devi solo rimettere in piedi i birilli e segnare i punti. Piaceva a tutti sentirselo dire, era come un riconoscimento a voce alta. Eppure la cosa bella, bella per davvero era seguire con gli occhi la biglia e guardarla muoversi, liscia, sicura. Ci mancava il replay, altro che non guardarla più. Perché sapevamo tutti che le cose da non guardare più erano e sarebbero state altre – vecchie fotografie, agende, facce di colleghi, folder dimenticati in un angolo di un hard disk, lettere di licenziamento, cose così.
February 13th, 2013 at 15:47
Commenti 1
Come è possibile che leggendo di qualcosa mi vien da pensare ad assonanze…
Tiri e tracci una linea che però è verticale ..dall’alto vieni giù fino al naso della questione o al sopracciglio del problema e non ne riconosci i profili, perchè denso di strati di altro genere, che affuscano la ragione e quindi ti ritrovi come impietrito a non agire…ma sarà così?
La questione reale è che stanotte non ho dormito o quasi per niente…o meglio stamattina…avendo fatto tardino…ma cosa era stato o cos’era quella questione che sembrava esserci e non c’era…come sorta dal nulla e sparita nel mai!
L’assonanza è proprio una biglia…una di quelle di vetro con dentro una foglia ricurva bicolore di vetro , che girandola fa uno strano effetto…la vedi diversa…come le facce di un problema…e mai soffermarsi su quello , ma alle possibili soluzioni, dovesse mai ripresentarsi come realtà…ma anche ogni altra realtà.
Stella