Stories of the Bund – Quattro mura, un tetto
A Sanlin Town, che sta giusto a qualche chilometro dalla Shanghai dei grattacieli, delle multinazionali e delle stelle luminose appese ai rami di Nanjing Lu West, c’è una specie di piccolo villaggio. E’ fatto da diciassette container, di quelli che da noi si vedono impilati nei porti o in certi grandi interscambi camionali. Li ha comprati dalle autorità doganali una decina d’anni fa un uomo che oggi ha più o meno una settantina d’anni e che tutti conoscono come “il vecchio”, che prima li ha usati come magazzini, e poi ha deciso di affittarli come abitazioni a famiglie di migranti che arrivano a Shanghai e non si possono permettere l’affitto di un appartamento: pagano dai quaranta ai cinquanta euro al mese di affitto, a seconda delle dimensioni del container. “Tanta gente mi chiede com’è vivere in un container. Per me è ottimo, perché non ho mai vissuto in un appartamento in città”, ha detto allo Shanghai Daily uno degli abitanti del villaggio dei container: “Sono solidi, non devo preoccuparmi delle infiltrazioni quando piove o che mi cada il tetto in testa. I fulmini? Non ci preoccupiamo, da quando siamo qui non è mai capitato nulla”. E così si è sviluppata una piccola vita di paese, qualche famiglia che si guadagna da vivere recuperando e riciclando immondizia, uno che ha affittato un container e lo ha trasformato in un supermercato di quindici metri quadri: “Se le autorità ci danno una mano possiamo trasformare questo posto in una comunità per migranti, un vero villaggio di container sicuro, comodo e a buon mercato”. Il fatto è che le autorità non hanno gradito che sui giornali si sia parlato di questo angolo di Sanlin Town, che le foto siano circolate sul web: quel micropaese, quella specie di frazione fatta di ferro è illegale. Le famiglie che ci vivono dovranno andarsene, non importa che a Baoshan District ne stiano progettando uno nuovo dove i container faranno non solo da abitazione, ma da uffici e persino pub. I migranti di Sanlin Town ci sono rimasti male, una famiglia porta a casa – quando va bene – meno di quattrocento euro al mese, loro abitano lì da dieci anni: si chiedono che fastidio possono mai dare, perché non possono continuare a stare lì, nei loro container diventati case. “Se mi faranno andare via spero che almeno mi diano una decina di giorni di tempo per impacchettare le mie cose”, dice Li: e intanto incrocia le dita, guardando le quattro mura e il tetto di ferro che lo proteggono, che per lui sono casa.