< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • March 2013
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    22/03/2013

    Stories of the Bund – Quattro mura, un tetto

    Filed under: — JE6 @ 11:00

    A Sanlin Town, che sta giusto a qualche chilometro dalla Shanghai dei grattacieli, delle multinazionali e delle stelle luminose appese ai rami di Nanjing Lu West, c’è una specie di piccolo villaggio. E’ fatto da diciassette container, di quelli che da noi si vedono impilati nei porti o in certi grandi interscambi camionali. Li ha comprati dalle autorità doganali una decina d’anni fa un uomo che oggi ha più o meno una settantina d’anni e che tutti conoscono come “il vecchio”, che prima li ha usati come magazzini, e poi ha deciso di affittarli come abitazioni a famiglie di migranti che arrivano a Shanghai e non si possono permettere l’affitto di un appartamento: pagano dai quaranta ai cinquanta euro al mese di affitto, a seconda delle dimensioni del container. “Tanta gente mi chiede com’è vivere in un container. Per me è ottimo, perché non ho mai vissuto in un appartamento in città”, ha detto allo Shanghai Daily uno degli abitanti del villaggio dei container: “Sono solidi, non devo preoccuparmi delle infiltrazioni quando piove o che mi cada il tetto in testa. I fulmini? Non ci preoccupiamo, da quando siamo qui non è mai capitato nulla”. E così si è sviluppata una piccola vita di paese, qualche famiglia che si guadagna da vivere recuperando e riciclando immondizia, uno che ha affittato un container e lo ha trasformato in un supermercato di quindici metri quadri: “Se le autorità ci danno una mano possiamo trasformare questo posto in una comunità per migranti, un vero villaggio di container sicuro, comodo e a buon mercato”. Il fatto è che le autorità non hanno gradito che sui giornali si sia parlato di questo angolo di Sanlin Town, che le foto siano circolate sul web: quel micropaese, quella specie di frazione fatta di ferro è illegale. Le famiglie che ci vivono dovranno andarsene, non importa che a Baoshan District ne stiano progettando uno nuovo dove i container faranno non solo da abitazione, ma da uffici e persino pub. I migranti di Sanlin Town ci sono rimasti male, una famiglia porta a casa – quando va bene – meno di quattrocento euro al mese, loro abitano lì da dieci anni: si chiedono che fastidio possono mai dare, perché non possono continuare a stare lì, nei loro container diventati case. “Se mi faranno andare via spero che almeno mi diano una decina di giorni di tempo per impacchettare le mie cose”, dice Li: e intanto incrocia le dita, guardando le quattro mura e il tetto di ferro che lo proteggono, che per lui sono casa.

    Leave a Reply