Stories of the Bund – Qingming Jie
Oggi è giorno di festa. Si chiama Qingming Jie o Ching Ming Festival, a noi la parola fa venire in mente Sanremo e Castrocaro ma questo è un altro discorso. E’ il giorno in cui si ricordano i morti, e uno dei nomi con cui la festa è conosciuta è Tomb Sweeping Day – il giorno in cui ci si reca al cimitero e si spazzola la tomba, la si pulisce per rimetterla a nuovo e onorare il defunto. Mi sono guardato in giro ma i cimiteri stanno tutti in posti lontani e poco praticabili; e per noi occidentali questo è comunque un giorno lavorativo. C’è poco traffico in città: mi chiedo come siano stazioni e autostrade, visto che la settimana scorsa la municipalità di Shanghai ha diramato un’allerta in vista di quello che ogni anno è l’esodo di qualche giorno di tanta gente – il giornale dice che tra ieri e oggi escono dalla città otto milioni di persone – che torna dov’è nata per visitare le tombe dei propri morti. Se esistono ancora, quelle tombe. In questo paese immenso e iperpopolato la terra è un bene prezioso, forse il più prezioso di tutti: e allora i cimiteri vengono rasi al suolo per fare spazio a palazzi o campi coltivabili, e la cremazione diventa qualcosa di molto simile a un obbligo, perché avere una tomba costa un’enormità, fioriscono i cimiteri privati e pure quelli pubblici chiedono cifre che moltissime famiglie non si possono permettere. Ma siccome pare che le urne cinerarie non possano essere tenute in casa, bisogna trovare un posto dove metterle: e siamo daccapo, le autorità cinesi non vogliono destinare terreno a scopi non produttivi. Qui a Shanghai hanno guardato la cartina e si sono resi conto che il delta dello Yangtze e il mare non sono poi così lontani, così hanno pensato di organizzare un servizio pubblico di navi che portano un massimo di sei persone per ciascuna urna fino a punti prestabiliti in mare aperto dove le ceneri vengono sparse tra aria e acqua: fanno diciotto corse all’anno durante un periodo di sei mesi, cercano navi in dismissione da dedicare al servizio e faticano a trovarle; quest’anno il governo ha quintuplicato il sussidio che versa alle famiglie che scelgono di usare questo servizio, arrivando a duemila renminbi, circa quattrocento euro, così si è creata la coda e adesso la lista d’attesa arriva al 2015: non mi stupisco, in fondo, come per quasi tutto, we’re all in it for the money.