Stories of the Bund – All’ombra dei ciliegi in fiore
Quando ormai nessuno ci contava più, è arrivato un giorno di primavera. Un giorno caldo, col cielo azzurro e un filo d’aria che fa scordare per qualche ora l’inquinamento e il nuovo ceppo di aviaria. Un giorno che fa venire la nostalgia prima ancora di partire, di quelli che ti senti pieno e vuoto al tempo stesso, e per gli stessi motivi. Un giorno che ti porta in un parco a un’ora di metropolitana da casa, a camminare in mezzo a famiglie e gruppi di amici e coppie, a sentire l’erba sotto i piedi, ad alzare gli occhi e riempirli dei rami fioriti di centinaia di ciliegi. Un giorno che ti fermi ad ascoltare il nulla dell’acqua del fiume che scorre mentre in lontananza senti il rombo della città – una delle sopraelevate, forse uno dei mille cantieri sempre aperti – che è come un animale grosso e affamato, ma tenuto a distanza dal bosco che hai davanti agli occhi. Un giorno che bevi un bicchiere di succo di bambù, un giorno che mangi la prima fetta di anguria dell’anno, buona come da tanto non ti capitava. Un giorno che è un giorno in meno, e però un giorno in più.