In your eyes
La donna si aggiusta uno degli auricolari. Ascolta un vecchio disco americano, chitarre e polvere e storie d’amore finite male come in un racconto di Carver. Guarda fisso davanti a sè, tenendo alle spalle l’acqua e la lunga passeggiata delle coppie e dei pensionati. E’ un posto che conosce bene, è casa sua: i palazzi di quel rosso che non si trova da nessun’altra parte, l’accento dei passanti, il vento che sale quando finisce il pomeriggio, i bambini su una giostra. Guarda come se cercasse qualcosa, e come se non riuscisse a trovarlo. Il movimento rotatorio della giostra la avvolge, i suoni si attutiscono fino a quando si scuote per un brivido di freddo che le sale dalle All Star viola fino alle spalle. La donna si sfila le cuffie, prende il telefono dalla tasca dei jeans, cerca un numero e chiama. Pronto, ciao, sai dove sono, sì proprio lì, hai cinque minuti, allora adesso ti dico cosa vedo.