Greetings from London 2014 – Vetrine
A volte si torna nei posti come si ritorna dagli umani – per vedere se sono cambiati, e come: e soprattutto se ci sono ancora e se sì, se ti riconoscono, se ti vogliono ancora. Così arrivo a Leicester Square e vado a cercare quella vetrina, quand’è stato che l’ho vista per la prima volta, devono essere sei o sette anni fa, so che è da queste parti, prendo Charing Cross Road ma niente, e dopo un po’ come al solito smetto di seguire un percorso preciso, giro angoli a caso, riconosco pub dove ho mangiato e mi fermo a guardare librerie dove comprerei tutto, bevo una pinta di ale, attraverso Chinatown e quando credo di essermela lasciata alle spalle per un lunghissimo secondo vengo trafitto da un odore che mi precipita a Shanghai, a Fengyang Lu. E poi, dopo un paio d’ore, eccola, quella vetrina. A cinquanta metri dal punto in cui ho iniziato il giro, mi sarebbe stato sufficiente voltare lo sguardo per vederla: ma niente succede per caso. Mi avvicino, mi fermo sul marciapiede, è sempre la stessa, piena di pennelli, gessetti, tubetti di colore, cornici, so di averci anche comprato qualcosa, forse un blocco da disegno, o delle matite, magari un regalo. E’ tardi, il negozio è chiuso, passa una ragazza con i capelli scuri e gli stivali con la punta arrotondata che mi getta un’occhiata veloce e sfila via, e poi è l’ora di lasciar perdere i simboli e andare a prendere il vento in faccia sopra il Tamigi in mezzo ai turisti che aspettano il suono del Big Ben.
Let’s fill this town with artists, 13 Charing Cross Road, London (pic by Gigideque)