< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • August 2014
    M T W T F S S
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    06/08/2014

    You cannot be serious

    Filed under: — JE6 @ 09:48

    Impiego qualche minuto a realizzarlo, quel tanto che basta per allontanarmi e restare solo e chiedere un altro spritz; ma poi ci arrivo, mi rendo conto che in quel domandare come vanno le cose in ufficio in modo del tutto slegato dal simulacro di conversazione che stiamo avendo, in quel piazzare frasi nobili sull’etica e il rancore e il business-is-business c’è lo stesso sguardo allucinato dello stalker che finge di passare casualmente davanti al portone della ex e poi si ferma nel bar di fronte a sfinirsi di caffè per vedere lei con chi esce, la stessa incapacità da dodicenne ferito di stemperare rabbia e delusione fino a dimenticarle almeno per stanchezza, la stessa egocentrata inconsapevolezza del ridicolo, del grottesco. Dopo un po’ saluto, con un misto di sollievo e di inquietudine, ma forse più di quest’ultima perché trovarsi di fronte lo spettacolo del desiderio di dominio, del bisogno di vendetta, della necessità di riappropriazione e avvertire che potrebbe rivoltarsi su di te in qualunque istante, non importa quanti momenti belli o buoni avete vissuto insieme è una cosa che non fa paura, ma tristezza, e stanchezza, quelle sì.