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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    27/08/2014

    Ciao come stai

    Filed under: — JE6 @ 17:50

    Sposto per caso lo sguardo verso di lei nel momento in cui si assesta sulla poltroncina e tira fuori il telefono da una borsetta. Ha il fisico pieno di una matrona giovanile e ipercinetica, l’accento che vaga tra Orvieto e Viterbo, sta a metà fra i cinquanta e i sessanta e viverle insieme dev’essere una versione dell’inferno girato da Verdone. Per la mezz’ora successiva attacca con metodo militare la rubrica: sono telefonate tutte uguali, ciao tesoro come stai, come state, qui c’è il sole, lì da voi com’è, si ricorda tutti i nomi senza sbagliarne uno con un misto di tigna e piacere, si capisce è contenta di sentire la sorella e il cugino e la nipote e l’amica che è come se fosse una parente di sangue, e si capisce che sente il dovere di quelle telefonate – se avesse qualche anno in meno e le dita meno grasse e grosse starebbe facendo lo stesso via mail o WhatsApp. Riesco a vedermi le facce di quelli che le telefonate le ricevono, le sopracciglia che si inarcano, il marito a fianco che in playback dice chi è, zia Nerina, ommadonna siamo a posto; e riesco a vedermi le stesse facce in un altro momento, quello nel quale dicono epperò se non ci fosse lei a tenere insieme la baracca, a ricordarsi di tutti, a rabberciarci, a mantenerci legati – perché è così, perché la gente non sta insieme se non fa lo sforzo di stare insieme, se non chiede come stai e come va anche se non ne ha voglia, anche se ha la testa da un’altra parte, anche se fra tre giorni si rientra a casa, anche se ma che cazzo ma perché devo essere sempre io. Quando finisce la lista rimette il telefono nella borsetta, e ha uno sguardo come di chi  ha finito un lavoro, e di chi si sente in pace con la coscienza, e di chi ha fatto una cosa giusta, o buona. E sembra che stia meglio di tutti noi, meglio “dentro”, dove conta.