Buoni motivi
Oh, magari mi sbaglio. O, invece, magari avete avuto anche voi la stessa mia impressione, e cioè che dei morti di Parigi quelli sotto i riflettori, quelli che ci ricordiamo e ci ricorderemo sono i giornalisti e i vignettisti e il direttore di jesuischarlie (e forse il poliziotto ucciso in strada, perché hai voglia a guardare The Wire e Die Hard, c’è sempre un giorno in cui è la realtà a superare la finzione). E’ come se questi fossero morti per un buon motivo, un motivo nobile – la libertà di espressione, l’Illuminismo, liberté egalité fraternité – e quegli altri, quelli del supermercato, solo per la sfiga di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato, perché poi non è che Coulibaly è andato a guardare se i maschi erano circoncisi. Che poi forse è un po’ anche così, ma in fondo io penso che quella gente sia morta tutta per lo stesso motivo, non perché facevano paura ma perché erano odiati e davano fastidio per il solo fatto di esserci e di stare al mondo da infedeli: e, in un certo senso, quasi spero che sia così, spero che quelle morti abbiano tutte lo stesso valore, e tutte lo stesso senso e la stessa insensatezza, e la stessa dignità.
January 16th, 2015 at 23:09
Si