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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    24/02/2015

    Dove troviamo binari

    Filed under: — JE6 @ 08:55

    Un paio di settimane fa mi sono ritagliato qualche ora di un weekend e mi sono riletto “La tregua” di Primo Levi. In questo caso mi serviva, dovevo recuperare alcune pagine (e quindi, già che c’ero, perché non rileggerlo per la quarta volta), ma a volte Levi lo riprendo per un semplice bisogno di pulizia, di serietà non triste, di guardare un uomo che sa essere per bene senza essere bigotto. A un certo punto sono cascato dentro una frase che ancora non mi capacito di non aver notato prima – c’è questo treno russo che si porta in giro migliaia di persone che non sai nemmeno come definire, non sono più prigionieri, tranne alcuni non sono soldati, sono dei profughi che la guerra ha mollato in un  buco della Russia bianca dove poco alla volta sono tornati a rendersi conto di essere vivi e quindi a sentire ancora più forte la mancanza della vita vera, quella che avrebbero voluto decidere di vivere senza sottostare a costrizioni e violenze; c’è questo treno che va, e si ferma, e riparte, va a sud e poi a nord, a ovest e poi torna a est senza una logica apparente, decine di vagoni pieni di uomini e donne e bambini spostati da un ubriaco sulla cartina geografica a dispetto di ciò che tutti vogliono, riattraversare l’Europa, ripassare il Brennero e tornare a casa; c’è questo treno fermo in una stazioncina in Moldavia o in Romania, da qualche parte che ora non ricordo, e loro, i profughi, vanno dal macchinista e gli chiedono dove sono diretti, quale sarà la prossima fermata, ed ecco quella frase, questo russo gigantesco e nero di carbone li guarda, sorride, allarga le braccia e dice “Dove andiamo domani? Non lo so, carissimi, non lo so. Andiamo dalla parte dove troviamo binari” che a me sembra la migliore descrizione possibile della vita, e di certo la più onesta; poi sì, forse pure una delle più desolanti se non hai abbastanza fiducia e pazienza, quella che serve a lavorare ogni giorno che Dio manda in terra per fare bene quello che devi fare, anche solo aspettare, per riattraversare l’Europa, passare il Brennero in senso inverso, e tornare a casa.