Il centro del mondo
Ci vuole pochissimo, forse trenta secondi, un’occhiata per soppesare le guance piene e i capelli un po’ diradati e confrontare il tutto con l’immagine di quel ragazzino di nove anni con la bicicletta mezza scassata e una sorella alta soda e irraggiungibile, due frasi per chiedere come stai, vivi ancora qui e sentirsi parlare di una figlia e Albania e lavori e altre città, ci vuole pochissimo per capire che anche qui, nel paesino dove ogni singolo sasso e cartello stradale e infisso e albero di mele sembra esattamente quello di una vita fa, dove tutto è esattamente quello di una vita fa, anche qui invece una vita è passata con tutto quello che questo vuol dire, il casino, le corse, le separazioni, gli incidenti, le feste, anche questo è stato ed è il centro del mondo per qualcuno che non sei tu, che non siamo noi, anche se pare impossibile.