Come petali
La circolazione è interrotta, dice la voce di donna che arriva da un posto lontano. Non è la frase che vuoi sentire alle otto e dieci del mattino – non la vuoi sentire mai, certo, ma di sicuro non a quest’ora. Comunque. Un rapido calcolo, una geolocalizzazione mentale di venti secondi: stiamo in Cadorna, poteva andare peggio. E’ un crocevia, sei già in centro, sei vicino agli uffici, ai tram, all’altra metro. Si può ridurre il fastidio. Toccherà fare un pezzo a piedi, imprevisto, porterà un po’ di ritardo ma siamo giustificati, si è fermata la metro, non è colpa mia. Allora fuori tutti, verso via Boccaccio, verso Foro Buonaparte, verso via Carducci. Un grosso lago e tutti i suoi emissari, la gente che sta nei bar e guarda fuori e si dà di gomito – dev’essere successo qualcosa alla metro, guarda quanta gente. A vederci dall’alto siamo un fiore che sboccia, riempiamo le strade come petali che si allargano. C’è il cielo azzurro, c’è il sole, c’è l’aria tersa dell’inverno che arriva, sai cosa c’è, se ritardo di dieci minuti invece che cinque casca il mondo? No, e allora ci sta un caffè in piazza, siamo giustificati, si è fermata la metro, non è colpa mia.