La benda
[Cose scritte altrove]
Io, da figlio di carabiniere, sulla cosa della foto della benda non ho sentimenti contrastanti: è una porcata. La benda, non la foto. Fatta questa necessaria premessa, poi va detta un’altra cosa: le forze dell’ordine vanno educate, vanno formate a fare il loro lavoro, soprattutto quello lì, quello brutto sporco e cattivo. Vale la stessa cosa per i professori/insegnanti/maestri, vale la stessa cosa per i medici e gli infermieri, vale la stessa cosa per una serie di altri lavori particolari nei quali c’è una componente che non so bene come definire perché il mio vocabolario è quello che è ma sento che ha a che fare non con la tecnica, con gli strumenti, ma con il modo di stare al mondo. Avere a che fare con la gente, con le persone, con i singoli esseri umani è tutto tranne che facile: in generale, diciamo; praticamente sempre. Quando però tocca farlo sotto la pressione di circostanze nelle quali una persona cosiddetta “normale” – un impiegato del terziario più o meno avanzato, giusto per fare un esempio dettato dal guardarsi nello specchio – viene per sua fortuna a trovarsi molto raramente per non dire mai (tipo avere tra le mani il probabile/possibile/presunto assassino di un collega, o dover spiegare Platone a un quindicenne di un quartiere a forte densità delinquenziale), allora c’è bisogno di ricorrere a qualcosa che non è detto sia stato donato da madre natura. Ed è nell’interesse di tutti che quel qualcosa venga dato.
[Una piccola aggiunta: è una porcata anche la foto, ma temo che non siano i tempi giusti per argomentare pure questa cosa]