Letter to you
Ieri è uscito un pezzo nuovo di Springsteen. Lui è un amore di gioventù, ma di quelli speciali perché poi lo è restato per tutta la vita (mia, si capisce). Ci sono stati gli alti e i bassi, i mesi passati senza ascoltare altro e quelli di stanchezza, certi istanti densissimi in autostrada dove sembrava che quell’accordo, quell’assolo, quella sequenza di parole fossero molto più di quanto sembrava e custodissero in sé qualcosa di grande e misterioso e certi giorni da skip to next e fammi sentire il nuovo di Mahmood. Ho guardato il video e ascoltato la musica, e ho trovato un pezzo suo per come lo intendiamo noi, e sembra una cosa che mentre la facevano erano tutti a loro agio, con le loro rughe e le loro pance e i loro capelli più radi, fatta con il piacere che si prova in certe sere al bar con gli amici di una vita. E’ stato come rivedere dopo anni una ragazza che ti piaceva da morire e la trovi ancora bella anche se non ti strappa più le viscere. “Per me già essere ancora bella tanto di guadagnato”, mi ha scritto un’amica, e ha ragione da vendere.