Ho un rapporto difficile con la poesia. Ci sono cose peggiori nella vita, intendiamoci: è che a volte mi spiace perché mi ritrovo a pensare che forse lì dentro c’è qualcosa che potrebbe piacermi se solo mi trovassi su una lunghezza d’onda meno distante da quella sulla quale sembra muoversi tanta poesia moderna. Poi penso anche che spesso – non voglio dire sempre: sarebbe arrogante farlo – questa poesia sembra davvero un esercizio di “a capo per darsi un tono”. Sono certo (non è vero: voglio essere certo) che non è così, ma prendete il pezzo di Amanda Gorman per il quale si è sdilinquita mezza America, cioè il cento per cento di quella bideniana, insieme a un altro mezzo mondo dall’orecchio più fino del mio:
A country that is bruised but whole,
benevolent but bold,
fierce and free
We will not be turned around
or interrupted by intimidation
because we know our inaction and inertia
will be the inheritance of the next generation
E adesso togliete le pause e i trattenimenti di respiro e l’high pitch alla fine di ogni riga; continua a non essere un capolavoro, ma arriva dritto al punto senza nascondersi nella forma:
A country that is bruised but whole, benevolent but bold, fierce and free: we will not be turned around or interrupted by intimidation, because we know our inaction and inertia will be the inheritance of the next generation.
Sembro mio nonno, eh? Probabilmente lo sono già diventato: ho letto un libro di poesie di una scrittrice che amo di amore puro, Kapka Kassabova, e quei versi non erano altro che la sua prosa spezzata qui e là. Stavo lì, chiedendomi perché, perché mi fai questo Kapka, non è tanto più bello il cristallo lucente delle tue pagine di Border e To the Lake quando racconti del tuo bisnonno fuggito di notte pagaiando in mezzo al lago di Ohrid di questi pezzetti ai quali l’a capo toglie respiro, grazia e capacità di pungere? E niente, è così. Ci riprovo, ogni tanto: e tutte le volte finisco per dire “non sei tu, sono io”, ma senza crederci fino in fondo.
[Mi sono sdilinquito pure io per la Gorman, eh: per la capacità di tenere il palco a ventidue anni, mica per altro. Mi sarei sdilinquito anche se là sopra ci fosse stato Achille Lauro, per lo stesso motivo. Ma è un’altra storia]