On this day
A volte arriva da Google, altre da Amazon, altre da entrambe: è la notifica “in questo giorno, l’anno scorso o dieci anni fa, hai scattato questa foto”. Ogni tanto non riconosco i posti: un po’ è l’età, un po’ è che certi scorci si assomigliano tutti fra di loro – le case a graticcio, i ponti con i lucchetti, i campanili contro i cieli grigi -, un po’ è che magari in certi posti mi sono fermato giusto il tempo di un caffè e di una foto senza il tag geografico, non abbastanza per lasciare traccia. Più spesso mi ricordo molto bene dov’ero, perché, cosa stavo facendo in quel momento e mille altri dettagli che hanno senso solo per me. E, spesso in quel più spesso, la notifica è una piccola ferita, un dolore minuto ma reale, concreto: non perché i ricordi siano brutti, anzi. Proprio per il motivo opposto, perché vedere una foto che ho preso a Montreal o sulla strada tra Foggia e Lucera mi fa sempre pensare e io quando ci potrò mai tornare a Montreal o sulla strada tra Foggia e Lucera e allora chiudo tutto, e cerco di pensare ad altro.