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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    15/03/2004

    Bruciori di stomaco

    Filed under: — JE6 @ 15:56

    Mi accorgo che, negli ultimi giorni, la post-categoria che ho usato più frequentemente è Alka-seltzer.
    D’accordo, non sono del mio migliore umore (confermo), ma non è molto consolante.

    Comprendendo il periodo di transizione da Splinder, questo è il centesimo post che fa mostra di sè su blogsquonk.it. E vedi che festa.

    Law and Order

    Filed under: — JE6 @ 11:42

    Non ricordo quando è successo.
    So che, ad un certo punto della storia di questo agglomerato di novemila comuni che siamo soliti chiamare Italia, sui temi di legge, ordine e giustizia la sinistra (quell’agglomerato di novemila partiti, partitini e movimenti che siamo soliti chiamare sinistra) ha scavalcato a destra persino gli eredi del MSI e del suo podestà Giorgio Almirante.
    Sarà stato per rigetto e reazione rispetto agli anni in cui una parte consistente della sinistra stessa aveva, come più ardita espressione di critica e condanna di crimini che gridavano vendetta, quella che suonava “compagni che sbagliano”.
    Sarà stato per marcare la propria diversità rispetto ad una destra che, abbandonando la sua pluridecennale tradizione di difesa intransigente di un’idea anche militaresca della legalità, ha iniziato a dedicarsi ad un gran numero di tentativi di annacquamento della legalità di cui sopra.
    Sarà stato per questo e/o per altro ancora, non so.
    So solo che, oggi, uno come me che vota a sinistra da quando aveva diciotto anni, si trova a leggere di Travaglio, di Sofri Sr, di Cesare Battisti, senza capire più nulla e con una crescente sensazione di malinconia.
    Quarky, Dagospia, Wittgenstein, Giudamaccablog

    Orfani

    Filed under: — JE6 @ 08:46

    Come tutte le mattine, passo a buttare la spazzatura.
    Come tutte le mattine, giro i quattro angoli dell’apposito locale condominiale, dividendo vetro, plastica, resti dei resti e carta.
    In uno dei due grandi bidoni di plastica bianca, che dovrebbero raccogliere giornali, scatole dei biscotti e carte varie, questa mattina brillano le copertine di una decina di libri. Steinbeck, Sartre, Bellow, Solzenicyn, Buzzati.
    Sono in buono stato, vecchie edizioni tascabili conservate con un certo rispetto. Vicolo Cannery mi guarda, mentre io mi chiedo a chi, tra i miei condomini, può essere saltato in mente di disfarsi di quelle pagine. Se decidi di rinunciare ad un libro, puoi regalarlo a qualcuno, un amico, la biblioteca di quartiere; puoi provare a guadagnarci cinquanta centesimi vendendolo ad un baracchino dell’usato; puoi fare spazio in cantina e tenerlo lì, nell’oscurità, insieme alle bottiglie di olio ed alle ricariche del sapone per le mani.
    Invece, eccoli lì, tra il Corriere di venerdì e tre confezioni vuote di spaghetti Barilla. Ne prendo con me quattro, due Steinbeck, un Bellow ed un Sartre. Li prenderei tutti, se avessi posto in libreria, ma confido nel buon cuore di qualche coinquilino. Scuoto la testa, incredulo, e vado a prendere la macchina per andare in ufficio.

    Update: ieri sera, i dieci orfanelli residui erano ancora lì, nel bidone della spazzatura. Adesso, sono in salvo. Anche i “Peccati di Peyton Place”, anche quello.