< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • Il giusto, il nobile, l’utile
  • Mi chiedevo
  • Sapone
  • Di isole e futuro
  • Sulla mappa
  • Nulla da vedere
  • April 2007
    M T W T F S S
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    30  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    30/04/2007

    Ma va là

    Filed under: — JE6 @ 13:50

    In Italia non hanno ancora avuto termine il potere temporale dei Papi, la Resistenza e il Sessantotto; figuriamoci se “con l’apertura della fase costituente del Partito democratico si chiude la Seconda Repubblica, l’Italia esce finalmente dagli anni Novanta.”
    Leftwing (che chiude, pare: certo che, come autoepitaffio, si poteva far di meglio)

    U-turn

    Filed under: — JE6 @ 13:34

    Mario Giordano era partito con il piede giusto, ponendo le parti intime sopra l’incudine e brandendo con decisione il martello; poi si deve essere reso conto che, continuando sulla stessa falsariga dell’incipit, avrebbe procurato soddisfazione a noi e dolore a se stesso, ed ha buttato giù qualche centinaio di righe per rimediare:
    “Cara Anna Maria, forse hai ragione: sei andata troppo in Tv.”
    Il Giornale

    Melting pot

    Filed under: — JE6 @ 09:01

    Ieri pomeriggio, attraversando Piazza Duomo [1], mia moglie serenamente notava: “Fa stranezza, sentir parlare italiano”. Pochi minuti dopo, al termine di Via Dante [2], ci siamo trovati di fronte a un gazebo della Lega, che pompava a manetta “Corazon Espinado” e sul quale campeggiava il fantastico striscione “Umberto, Milan te voeur ben”.
    [1] Quello della Madonnina
    [2] Sempre Milano, sì.

    Neolingua

    Filed under: — JE6 @ 07:28

    [Nel notturno silenzio della sala]
    Diosanto, Funari è persino peggio di come me lo ricordavo.
    Mi serve un sinonimo di “predica”.
    Sermone, ecco. Sermone.
    Poi un aggettivo denigrativo. Sermone…
    Sermonante.
    Chissà se esiste.
    Fammi vedere il De Mauro.
    “Non ho trovato occorrenze”
    Vabbeh, creo un neologismo.

    28/04/2007

    Garanzie

    Filed under: — JE6 @ 22:25

    Date in mano a Diego Cugia un qualsiasi programma televisivo e anche il migliore cavallo di razza si trasformerà in un tronfio babbione sermonante.

    27/04/2007

    A Milano c’era il mare, c’è ancora adesso in via Spadari

    Filed under: — JE6 @ 11:03

    Dicono che a Roma sia praticamente impossibile fare scavi per costruire la metropolitana, perchè a ogni colpo di vanga salta fuori un’anfora o un muro romano, e nessuno ha il coraggio di dire “va bene ragazzi, di reperti che ci confermano che da questi parti sono vissuti Romolo, Remo, la lupa e Giulio Cesare ne abbiamo trovati a sufficienza, adesso cerchiamo di tirare dritto”.
    Ma qui a Milano, cos’è che impedisce di fare una bella linea Aeroporto di Linate – Stazione Centrale – Aeroporto di Malpensa Terminal 2 – Aeroporto di Malpensa Terminal 1? Vuoi dire che il mare non si è mai veramente ritirato dalla Pianura Padana e noi coinquilini della Madonnina camminiamo senza saperlo tre metri sopra una succursale dell’Adriatico? Perchè se è così vedremo di farcene una ragione, ma almeno non veniteci a dire che abbiamo problemi di carenza idrica.

    Due libri e una capanna

    Filed under: — JE6 @ 09:34

    Una coppia non può condividere proprio tutto. Ieri sera, nell’aeroporto di Madrid, avevo a fianco una thirty-something che, sbellicandosi, leggeva al suo sciagurato accompagnatore (stessa apparente età) lunghissimi brani di “I love shopping per il baby” [1]; questo ha dapprima abbozzato un sorriso di cortesia, poi – via via che il reading prendeva piede e volume – ha serrato labbra e mascelle fino a diventare il ritratto vivente del Dottor Mengele. Al che lei ha diminuito di una tacca ilarità ed entusiasmo, gli ha chiesto “carino, vero?“, e di fronte agli occhi del suo interlocutore ormai iniettati di sangue si è ritirata nel silenzio.
    Unilibro
    [1] Non c’erano babies al seguito, per la cronaca.

    26/04/2007

    Greetings from Madrid ‘07 – 8. Back to the future

    Filed under: — JE6 @ 12:23

    Da queste parti il selciato di diverse vie del centro riporta cenni storici sui nomi dei posti, e non è infrequente trovare cartelli stradali con citazioni dal Don Quixote (e dico, cara sindachessa Letizia “Messimpiega” Moratti, ci vuole tanto a farlo a Milano con il Manzoni? Così tanto?); insomma, pare che al passato e alla lingua ci tengano, e questo spiega l’entusiasmo per l’adozione delle parole in disuso – anche se bisognerebbe dire a Mariano Rajoy che scegliere avatares come parola da mantenere in vita, in questi grami tempi di Second Life, non è forse la scelta più oculata.

    25/04/2007

    Greetings from Madrid ‘07 – 7. Strolling

    Filed under: — JE6 @ 21:35

    C’è questo verbo inglese, to stroll, che non c’entra nulla con Oltremanica, ma che è perfetto per Madrid. Letteralmente significa “andare a zonzo, girovagare”. Che rende il senso, ma fino a un certo punto. Delle molte città che ho visto, in questi anni, non ce n’è una (con la sola eccezione – forse – di Barcellona: e il fatto che si tratti di un’altra città spagnola qualcosa vorrà pur dire) nella quale si riesca a provare lo stesso gusto di camminare senza una meta, senza volere e dovere andare da qualche parte, con il solo gusto di essere per strada e in mezzo alla gente. Qui, semplicemente, perdersi, o deragliare, è un piacere, perchè ci si trova davanti a cervezerias improbabili popolate da vecchi gagà e anziane vestite a lutto, a negozi che vendono frutos secos che incassano in un anno quanto El Corte Inglès registra in dieci minuti, a punk solitari e latinas dal fisico da pornostar; e perdendosi un’altra volta si ritorna nelle zone più tradizionali, dove in una sera piovosa e fresca ci sono migliaia di indigeni di ogni età occupati a fare la cosa più sensata – strolling, nient’altro.

    Greetings from Madrid ‘07 – 6. Cosa fare a Madrid quando sei sazio

    Filed under: — JE6 @ 18:29

    Ho finito di pranzare alle quattro-meno-un-quarto. Non mi resta che entrare in una cervezeria e bere per aprire un po’ lo stomaco, chè di aspettare mezzanotte per avere nuovamente fame non ho tanta voglia.
    [Infatti, ho aspettato solo cinque ore: e sono stato sconfitto dalla trippa alla madrilena]