Il giorno dopo
Ieri sera, come la grandissima parte dei miei connazionali, ho passato più di due ore senza staccare gli occhi dal televisore, che faceva vedere dieci omini vestiti di blu ed uno vestito di *** (io non lo so definire, quel colore, abbiate pazienza) provare a vincere una partita di calcio battendo dieci omini vestiti di bianco ed uno vestito di nero. Sono stato lì, accavallando e scavallando le gambe, alzando le braccia al cielo, sospirando, roteando gli occhi, sentendo in bocca il sapore appiccicoso della tensione, passando dal punto più alto a quello più basso della sinusoide dell’emozione. Come è finita, lo si sa: grida, baci, abbracci, incredulità, allegria, felicità in sedicesimo.
Sarebbe stato bello se fosse finito tutto lì, ieri sera, chi si buttava nelle fontane e chi stava sul divano, ad ascoltare nel buio i clacson, le trombe, i gruppi di persone che gridavano frasi sconnesse.
Invece, arriva il giorno dopo. Arrivano le articolesse, le analisi sociologiche, gli editoriali degli psicoterapeuti, quelli che vorrebbero far credere che una ventina di uomini possono non rappresentare, ma addirittura essere ciò che sono sessanta milioni di loro concittadini, arriva la retorica con la maiuscola, arriva il troppo che stroppia. D’accordo, è il prezzo da pagare per una serata che ci ricorderemo per tanto tempo, forse per sempre. Si può sopportare, in fondo. Però.
July 10th, 2006 at 10:49
una su tutte: il sorriso elettorale di Must ella all’incipit dell’intervista giusto dopo il PdR e la ministra con la sciarpina tricolore.
July 10th, 2006 at 11:10
La vita è bella. Ciò che raccontano i giornali non è la vita.
July 10th, 2006 at 11:36
popopopopopo?
July 10th, 2006 at 16:12
“vestito di ***”
Oro come la coppa, anche se meno lucente e tendende al colore della birra Hoegaarden, me lo lasci dire.
July 10th, 2006 at 19:15
Dai, si può sopportare. A me piace anche tutto quello che viene dopo. Forse mi sarebbe piaciuto meno se non avessimo vinto. Ma così tutto sa di trionfo. Ed io adoro il trionfo! 🙂
July 11th, 2006 at 19:37
Io non potevo accavallare le gambe. C’era seduto su mio figlio di 9 anni. Unico posto libero in piazza, megaschermo. 🙂