Gruesse aus Nuernberg – 4. Meglio dell’originale
Ci sono alcuni incontrovertibili segnali dell’inarrestabile declino della virilità dell’uomo europeo (roba che neanche Houllebecq sospettava).
Capito a Norimberga nel giorno del mercato delle pulci. Tralascio la sensazione un po’ castrante di vedere la bancarella dei souvenir – pezzo forte il plastico dell’aula del famoso Processo: un po’ da Bruno Vespa, ma ante litteram – offrire riproduzioni in sedicesimo della Vergine di Norimberga (ah, l’archetipo: freudiano? o junghiano?) davanti alla locale filiale (sontuosa come poche) di Beate Unse, “quella benefattrice dell’umanità”.
E non mi dilungo, anche se amor di cazzeggio lo vorrebbe, sul sottile retropensiero evirante nello sfogliare la kartoffen al kartoccen, in questo involucro spigoloso, direi dentato, quasi a ricordarti che l’archetipo della vergine ti tormenterà per gli anni a venire ogni volta che menerai il can per mail con una donna e ti vedrai davanti una MonicaLewinsky in veste di Lorena bobbit che si serve dal dentista di FreddyKruger.
Ma entrare in un bar multietnico, che – come una certa pubblicità della Allianz prima della finale – spaccia per “veraci italiane” una serie di indicazioni bizzarre, rabberciate con il traduttore automatico (ma dico “birra alla pompa”? capite…. “pompa”! cioè, non per ribadirlo ma non vorrei foste distratti , ho scritto “POMPA!” ), ecco tutto questo non può che indurvi tristezza. E l’urgenza di un lenitivo omeopatico.
Per questo non ho ceduto alla tentazione del gadget. E quando mi vedrete rientrare a Milano, con una t-shirt simil hard rock cafè, con l’ineffabile lettering “bar zotto”, bevete una pinta – di quella buona – alla mia salute.
July 13th, 2006 at 09:22
Un post all’anno ci basta, a noi ‘tossici’, anche ospite (e non posso mettere un sorriso)