Storia di Jayson, e di come si chiede scusa
Sempre a proposito della credibilità di un mezzo di comunicazione.
Jayson Blair era un reporter del NYT. Vi ha lavorato per quattro anni, fino a quando è stato costretto a dimettersi. Il motivo? Blair, come dice l’articolo del giornale che gli passava lo stipendio alla fine del mese, “lascia una lunga scia di menzogna” dietro di sè. Ha prefabbricato commenti, ha inventato luoghi, ha rubato e sfruttato materiale proveniente da altri giornali ed agenzie, ha selezionato dettagli da fotografie per dare l’impressione di essere stato di persona in luoghi dove non aveva mai messo piede. Il tutto, per scrivere articoli sugli argomenti più svariati, dagli assassinii del cecchino di Washington al dolore delle famiglie dei soldati caduti in Iraq.
Il NYT descrive come e cosa ha fatto Blair. Ma non scarica la colpa solo sulle spalle del suo ex collaboratore. Ammette che Blair è stato facilitato dalla carenza di comunicazione interna tra i responsabili di redazione, e dall’incapacità di capire che alcuni comportamenti di Blair erano il segno di una condotta non professionale.
Il NYT, da oggi, è un giornale meno credibile? Per quanto può valere la mia opinione, no.
Ha avuto il coraggio di guardarsi dentro, di ammettere le proprie magagne, di chiedere scusa pubblicamente.
Ha avuto il coraggio di riconoscere di non essere stato all’altezza delle legittime aspettative dei suoi lettori, e di essere venuto meno alle regole base della professione giornalistica.
Ha avuto il coraggio di mettersi sotto i riflettori, e di far sì che ci sia ancora maggiore attenzione alla correttezza ed alla veridicità di quanto andrà a pubblicare da oggi in futuro.
Ha avuto il coraggio di provare a fare il proprio lavoro meglio di come l’ha fatto fino ad oggi.
P.S. Suppongo che la fonte principale delle entrate del NYT sia la pubblicità . Basta andare a vedere il sito.