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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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    23/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 13:44

    Così fan tutti
    Cesare e Mim* postano oggi sulla presunta resurrezione del signor Pantani Marco da Cesenatico. E sia, mi auguro anch’io che il Pantadattilo (la definizione è di Gianni Mura) sia tornato a miracol mostrare, benchè non lo abbia mai particolarmente amato.
    Ma non voglio parlare di questo.
    Tanto Cesare quanto Mim* mettono l’accento sulla persecuzione di cui il Pantadattilo sarebbe stato oggetto: doping, per chi non ricorda l’argomento. Entrambi, con mio sommo stupore, sostengono la tesi che l’omino calvo della Romagna balneare sarebbe stato perseguitato perchè il doping lo prendevano (prendono) tutti.
    Nessun’altra argomentazione. Nè Cesare, nè Mim* sostengono che il Pantadattilo va considerato come un perseguitato perchè era innocente. Forse perchè non lo era, e lui, in tre anni, ha detto di tutto ma non è mai riuscito a dimostrare di non essere dopato.
    E’ una discettazione che può sembrare oziosa – e forse lo è. Ma, a me, sembra un classico esempio di italianità. Do you remember Bettino Craxi? Tutti colpevoli, nessun colpevole. E no, cazzo, tutti colpevoli, tutti colpevoli: almeno coloro per i quali son state trovate delle prove.
    Nel caso del Pantadattilo, le hanno trovate (e le hanno trovate anche per molti altri: vogliamo fare l’elenco dei ciclisti professionisti squalificati nel corso degli ultimi tre anni?).
    Per me, anche se fa molto Marco Travaglio, tanto basta.