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    27/05/2003

    Filed under: — JE6 @ 10:25

    Il vecchio e il bambino
    Da qualche tempo, avverto nell’aria della blogosfera due correnti che tendono sempre più spesso a scontrarsi: ed il risultato di questi scontri, come ognun sa, si chiama temporale, con tuoni e fulmini.
    Da un lato, c’è gran voglia di comunicazione: è evidente, e la crescita esponenziale del numero di blog e blogger ne è una testimonianza.
    Spesso è una voglia “monodirezionale”: non mi interessano gli altri, voglio parlare, scrivere, buttare fuori, farmi ascoltare, ciò che conta è la prima persona singolare, nient’altro. E’ però questo, secondo me, solo il primo stadio: perchè chi ha la perseveranza, chi ragiona su ciò che fa, e sullo strumento che usa, tende – prima o poi – a rendersi conto che si gode tanto nell’ascoltare quanto nel parlare, e modifica i suoi comportamenti di conseguenza.
    D’altra parte, è sempre più evidente il fastidio che il blogger “experienced” (ergo, qualcuno che ha creato un blog sei mesi, od un anno prima di qualcun altro) prova nel guardare il suo piccolo mondo antico diventare un’affollata, caotica, rumorosa metropoli, nelle cui strade camminano distinte signore che fanno della sobrietà uno stile di vita, rampanti epigoni degli yuppies che mirano al successo e lo perseguono usando tutte le tecniche di marketing imparate alla SDA Bocconi, casalinghe indaffarate e fannulloni perditempo.
    Ora, mi si perdoni il gioco di parole, questo fastidio mi dà fastidio.
    Cito da un mio commento ad un post di Aglaja: “si dovrebbe dedurre che i blogger “d’antan” erano buoni e puri, gli abitanti di un’Arcadia felice, quelli che avevano la casetta di due stanze affacciata sul porticciolo di Portofino quando questo era solo un paesino come mille altri. Adesso sono arrivati i barbari, ed a Portofino non ci si può più mettere piede (…) ci sono “buoni” e “cattivi” anche tra i neofiti, c’è gente sensibile, intelligente e che sa scrivere in modo straordinario anche tra coloro che hanno la tessera con un numero dal 5000 in su. E poi, la gente si aggrega come meglio crede: nessuno di noi ha l’obbligo di leggere qualunque blog, le liste dei nostri “preferiti” possono essere tranquillamente composte da cinque nomi, se con quei cinque nomi siamo soddisfatti. Io, cittadino che non andrebbe mai a vivere in campagna, preferisco avere 15000 blog tra i quali scegliere quelli buoni, piuttosto che dovermi accontentare di 15. E non è questione di quantità: le pepite d’oro bisogna andare a cercarle, e si scava, e si setaccia, e si passano giorni senza trovare nulla. Ma quando si trova, beh, allora gli sforzi sono ripagati: no?”