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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

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    30/09/2003

    Filed under: — JE6 @ 19:45

    Ah, ecco…
    Grazie per gli auguri; grazie a tutti.

    Filed under: — JE6 @ 19:42

    Mit freundlichen Grüßen – Tre
    Ovvero, della forza del giudizio sociale
    In altre parole, venite da queste parti e provate a farvi cadere – inavvertitamente! – un pezzo di carta in terra, senza sentirvi dei vermi, italiani per giunta.
    Se ce la fate, siete dei buoni candidati per il posto di Presidente del Consiglio.

    Filed under: — JE6 @ 19:37

    Mit freundlichen Grüßen – Due
    I vantaggi dell´essere di bocca buona
    E´ cosi´, dove vado trovo sempre qualcosa che mi piace. Sara´ che in ogni posto c´e´ qualcosa di meritevole.
    Düsseldorf la giri in un paio d´ore (forse meno, dipende dalla velocita´ del passo), ma le viuzze intorno allo StadtMuseum, e la passeggiata in riva al Reno valgono la serata.
    Anche la birra, naturalmente.

    Filed under: — JE6 @ 19:32

    Mit freundlichen Grüßen – Uno
    Non ci sono piu´ i tedeschi di una volta
    Il tram arriva con due minuti di anticipo. Ed una macchina passa con il rosso.

    29/09/2003

    Filed under: — JE6 @ 09:46

    Joint-venture
    Squongri-La. Sono in minoranza, senza dubbio.
    Herzog, Shangri-La

    Filed under: — JE6 @ 09:37

    Sono sempre i migliori, ad andarsene
    Ah, certo, in Italia ora ci sono molti meno comunisti. Ma ci sono molti più Berlusconi. Questo è il problema.
    Franco Modigliani, premio Nobel per l’economia 1985 (1918-2003)
    Dot-Coma

    Filed under: — JE6 @ 09:25

    Musica, maestro
    Magari non nuovissima, ma a me, l’associazione blog-canzoni piace sempre.
    E mi è anche andata di lusso.
    Sadandbeautiful

    Filed under: — JE6 @ 09:05

    Binari
    Negli ultimi anni, ho preso l’aereo con una certa frequenza. Non da pendolare dei cieli, ma insomma.
    Mi piace volare. Mi piace, se posso, arrivare in aereoporto con un po’ di anticipo, e sedermi a guardare i passeggeri che arrivano.
    Mi piace sedermi vicino al finestrino, e riempirmi di quotidiani, e leggere quei libri che a casa non ho nemmeno tempo di aprire (in effetti, c’è una sezione della libreria di casa dedicata ai “libri da viaggio”: da 350 pagine in su, vanno bene), e rendermi conto che a diecimila metri di altezza splende sempre il sole. Cose così.
    Ma non riesco a togliermi la brutale nostalgia del treno. Le stazioni, l’odore che vi si respira, la ritmica dello sferragliamento, il poter guardare nelle finestre delle case di Lambrate, il poter guardare il paesaggio che cambia senza il timore di staccare lo sguardo dalla strada che ti viene quando guidi, l’infantile sensazione di “viaggiare davvero”, e la sottile malinconia nella quale è bello crogiolarsi per qualche ora.
    La più bella vacanza della mia vita: ottomila chilometri di treno grazie all’Inter Rail, tra operai belgi, studentesse tedesche, famiglie britanniche, dormendo nelle stazioni e rincorrendo vagoni in piena notte.
    Altri tempi. Questo pomeriggio, invece, mi tocca Malpensa.

    Filed under: — JE6 @ 08:49

    Fortza Paris!
    In Sardegna, la luce non è mai andata via.

    Filed under: — JE6 @ 08:18

    37
    Ieri.