Diciotto ruote
Avrà trentacinque anni, più o meno, e si porta in giro una faccia buona, stanca e smarrita.
Mi si avvicina mentre cammino verso la macchina, dopo le consuete dieci o undici ore filate, giusto un caffè, che tanto ci si fa l’abitudine.
Ha in mano un foglio che immagino essere una bolla di consegna; dietro le sue spalle, ad una ventina di metri di distanza, vedo un Tir, una di quelle bestie che, anche senza volerlo, quando ti sorpassano in autostrada ti spostano come un fazzoletto di carta usato.
A gesti e parole smozzicate, in un misto di lingue latine, mi chiede se il magazzino è ancora aperto. Gli mostro l’orologio, gli faccio capire che è tardi, che il ricevimento merci ha già chiuso i battenti.
Allarga le braccia sconsolato e alza gli occhi al cielo con un sorriso sghembo, malinconico e fatalista. Prova a chiedermi a che ora si potrà presentare domani, e io provo a spiegargli di venire un po’ prima delle otto. Calcola velocemente e, non so perchè, mi dice che ore saranno, in quel momento, in Portogallo.
Poi, in modo che non capisco se timido o vergognoso, mi chiede se questa notte può dormire là fuori, nel parcheggio. Gli faccio capire che sì, certo, basta che parcheggi il camion per il lungo, su un lato del piazzale, e non ci saranno problemi. Spero.
Mi ringrazia. Se ne torna verso la sua casa a diciotto ruote. Io salgo in macchina, accendo le luci e parto. Tra venti minuti sarò a casa, in famiglia, e dirò che sono stanco e che è stata una giornataccia.
February 4th, 2005 at 09:39
Quanto vorrei saper scrivere così.
February 4th, 2005 at 09:46
Non mi metta in imbarazzo.
Poi, in realtà, non ho alcun merito. Ho solo raccontato una cosa che mi è successa davvero.
February 4th, 2005 at 09:52
Se ha fatto il giro dalla Salerno-Reggio Calabria, sfido che ha fatto tardi.
February 4th, 2005 at 10:39
Un piccolo episodio, che un altro si dimenticherebbe dopo cinque minuti, lei ce lo sa far rivivere, e farci immaginare la storia e le persone che ci sono dietro. Questi sono i post che amo (e che vorrei saper scrivere io).
February 4th, 2005 at 10:43
Il punto è cercare di capire quanto la vita che facciamo dipenda dalle nostre scelte o da “altro”.
February 4th, 2005 at 10:58
Questa cosa che hai scritto mi piace molto
February 4th, 2005 at 12:03
lei scrive n volte meglio di brodo (non è una gara ma una considerazione). il che dimostra che per scrivere bene ci vuole sensibilità. mentre l’inteliggenza assoluta produce solo ironia. questo lo dico anche per autocritica…
February 4th, 2005 at 12:17
Grazie dei complimenti, che, ripeto, trovo immeritati (Dio, quanto sono snob).
Lotrovassi: già; se questo post ha un senso, è proprio quello che dice lei.
Dado: non mi tocchi Brodo. E poi, sono due scritture (e due persone) molto, molto diverse. E anche molto, molto simili (ma non diteglielo, chè questa è una mia illusione e non so se lui è d’accordo).
February 4th, 2005 at 12:53
Io non penso affatto di scrivere bene, anzi. Non comprerei mai un libro scritto da me. SMS scrive molto meglio, sono d’accordo. Le altre percezioni di dado le lascio a lui, come è giusto.
Per il resto, caro sms, può essere (ma non sveli troppi altarini che mi cala l’audience del blog).
February 4th, 2005 at 13:37
carlo, l’ho detto solo perchè so che siete amici e vi stimate. la sua intelligenza è inarrivabile come la sua ironia tagliente (e/o sarcasmo); però squonk è più poetico…
insomma non era mica una critica, ci mancherebbe… ma a volte, dai diciamocelo, fa piacere sapere che in qualcosa si supera il maestro (se poi lui stesso concorda, squonk può stappare una buona bottiglia d’annata)
February 4th, 2005 at 13:41
Mi verrebbe da chiedere chi è il maestro, ma incorrerei nel giusto sbertucciamento da parte del Dottor Brodo. Lassem perd, disen chi a Milan.
February 4th, 2005 at 13:55
Guardi, io in tutta la mia vita ho fatto l’alunno discolo dell’ultimo banco, figuriamoci se potrei fare il maestro. Però potrei tenere un corso su cosa non si deve fare, ripensandoci. Squonk, quando non parla in milanese, ha più aplomb.
February 4th, 2005 at 15:47
Gran bel post.
February 4th, 2005 at 18:21
Il che mi fa venire in mente: perché un aspirante leader di partito, poniamo, invece di “vita da mediano”, proponesse “vita da camionista”? Verrebbe anche una miglior canzone.