Della scarsa affluenza di pubblico che ha caratterizzato l’edizione 2005 di Nuovo e Utile ha scritto Mantellini, e credo che qualche riga la butterà giù anche Giuseppe Granieri, quando si sarà ripreso da cinque giorni di grande intensità.
In qualità di semplice visitatore, posso dire che dispiace – e non poco – vedere un così grande spreco di tempo, energie, talento. I festival, le fiere, i raduni si giocano le loro speranze di vita nella prima e, al massimo, nella seconda edizione: o “fanno i numeri”, oppure muoiono. I numeri si fanno in modo concettualmente semplice: mettendo in piedi un buon programma (“buono” significa “il più possibile completo” e “il più possibile utile”) e facendolo conoscere al maggior numero di persone. Per quanto ho visto, il primo requisito era discretamente soddisfatto, ma il secondo assolutamente no. Per quali motivi, non mi è dato saperlo: beghe politico-organizzative? carenza di budget? incompetenza? Non so.
Di fatto, Nuovo e Utile era un oggetto sconosciuto, al quale si sono avvicinati amici e parenti, ma pochi altri. E questo spiega perchè, a detta di alcuni organizzatori, il BlogRodeo – nella sua pazzesca artigianalità – sia stato uno dei momenti di maggiore vitalità: non per meriti suoi, ma per essere il prodotto di una realtà mille volte criticabile ma certamente viva come la cosiddetta blogosfera.
Per chi ci sta dentro (alla blogosfera, dico), può essere – ed è – una soddisfazione. Per altri, magari, una piccola lezione.