Potere femminile
Qualcuno mi bollerà sicuramente di vetero-maschilismo mascherato da un finto atteggiamento di condivisione di diritti e doveri all’interno del nucleo familiare. E chissà, magari è proprio così.
Comunque, nel preambolo di un lungo pezzo scritto da Alessandra Di Pietro e Paola Tavella (femministe, libertarie e di sinistra, come da loro dichiarazione) per spiegare le ragioni della loro astensione in occasione del referendum sulla legge 40, leggo una frase che mi lascia un po’ perplesso.
Cito: “Le tecniche di fecondazione assistita sono pesanti, invasive, grezze, ancora poco sicure e ignote nelle conseguenze (…) consegnano la procreazione nelle mani della tecnica e la sottraggono nei fatti, nel simbolico e nell’immaginario, al potere femminile che la governa con amore e saggezza fin dagli inizi del mondo“.
Non so. Amore e saggezza femminili non sarò certo io a negarli (e le eccezioni confermano la regola, diciamo). Ma in quelle parole io leggo una contrapposizione di principio tra donna e uomo che non solo rifiuto (e fin qui, fatti miei) ma che mi pare sempre meno fondata nella vita quotidiana, almeno quella che passa sotto i miei occhi. Sbaglio?
Letture (via Shangri)