Curre curre guaglio’
Chi segue il ciclismo (anche senza arrivare ai livelli di idolatria di certi blogger di nostra conoscenza), avrà sentito parlare della disavventura giudiziaria di Dario Frigo, ciclista italiano già incappato nelle maglie dei controlli antidoping qualche anno fa, e nuovamente pescato a fare uso di sostanze vietate – con la fattiva collaborazione della moglie (nella buona e nella cattiva sorte, insomma).
Lasciando da parte i dettagli di cronaca, è piuttosto interessante notare come gli stessi soggetti che rendono ben chiara tutta la loro riprovazione nei confronti del reprobo (uno per tutti, il telecronista RAI Auro Bulbarelli) non si facciano alcuno scrupolo nel celebrare le fantasmagoriche medie di percorrenza del Tour di quest’anno (e non che l’anno scorso, e quello prima, e quello prima ancora le cose fossero molto diverse). Per dire, la tappa di ieri, una cosa da sconciare qualsiasi fisico, con sei salite distribuite in duecentocinque chilometri (e con altri duemilaquattrocentoventi chilometri alle spalle), con il sole che picchiava duro e il vento a dar fastidio, se la sono bevuta a oltre trentatre all’ora. L’intero Tour se lo sono pedalato a quarantaduevirgolatre, fino ad oggi. Capito? Frigo=delinquente; tutti-gli-altri=campioni-puliti-e-ben-allenati. Vabbeh.
July 18th, 2005 at 12:43
Fa sempre piacere che un bauscia d’adozione citi i 99 Posse.
July 18th, 2005 at 12:59
Non è che li ami incondizionatamente, ma la colonna sonora di “Sud” non era affatto male (merito anche del film).
Detto questo, mi permetto di farle notare che, nel bene e nel male, il sottoscritto è bauscia e basta; essendo nato e cresciuto nella periferia milanese, laddove si dice ancora “sunt sta’ a Milan” per dire che si è andati in centro, e parlando con un imbarazzante accento a metà tra il Tognella e Renato Pozzetto, quel “d’adozione” è – temo – di troppo.
July 18th, 2005 at 13:10
Adesso non si metta a fare del campanilismo, che sa che non è aria.
July 18th, 2005 at 13:54
Il mio appellativo aveva un senso. La periferia milanese e’ piena di bauscia d’adozione nati e cresciuti li’. Rogoredo, Rozzano, Gratosoglio, Lorenteggio, Bisceglie, Molino Dorino, Bovisa sono monumenti viventi al milanese di prima, seconda e terza generazione.
Per restare in tema di film, si ricorda “Si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi”?
July 18th, 2005 at 14:10
Lei non sa quanto ha ragione, Mahatma. Ha letto il pezzucolo apparso oggi su Leftwing?
July 18th, 2005 at 14:20
Ja: Molino Dorino. Il vecchio borgo di Trenno a un chilometro. Le cascine (giuro) dove si possono ancora comprare le uova camminando in mezzo alle galline e alle oche. In effetti, spesso penso che sia più Milano quel pezzetto nel quale vivo da (quasi) trentanove anni, che non Corso Como. Ma questa è bieca retorica, e mi aspetto i rimbrotti di Mafe.
FFDES. Lessi, lessi. Se mi permette un appunto, lei però se la prende solo con Ferretti. O sbaglio?
July 18th, 2005 at 17:55
No, esimio, non sbaglia, ma solo perché la questione contingente lo riguardava. Potremmo concludere che è un po’ tutto un magna magna.
July 19th, 2005 at 10:48
La tua considerazione sviluppata da Eugenio Capodacqua in quest’articolo
http://www.sportpro.it/cichist/Tour05/home.htm