Per definizione
Diceva Montanelli: speriamo che Berlusconi vinca le elezioni, così gli italiani soffriranno per cinque anni ma almeno, alla fine, si saranno resi conto dell’errore e non lo ripeteranno. Una specie di vaccinazione, insomma: ti inoculi la malattia in quantità non letale, per rendertene successivamente immune.
Ora, già ai tempi io (ma non credo che fossi l’unico) pensavo che cinque anni di sofferenze e cattivo governo fossero decisamente un po’ troppi. Pensavo anche che quasi cinquant’anni di monocolori democristiani, tri-, quadri- e pentapartiti fossero una dimostrazione abbastanza buona del fatto che molti italiani non si fanno particolari problemi nel vivere, politicamente parlando, con una costante febbriciattola da 37,8°.
Adesso, dopo cinque anni di febbre (vera, alta), ho l’impressione che poco o nulla sia cambiato, e che il buon vecchio Montanelli – almeno nel caso specifico – avesse purtroppo toppato.
Così, mi chiedo anche se valga la pena continuare a sottolineare le pochezze dell’attuale governo, le gaffe più o meno clamorose, le esplosioni dell’ego, le leggi ad personam, confidando nel fatto che gli elettori si battano la mano sulla fronte esclamando “mioddio, fatemi votare l’Unione, vi prego”. Credo proprio che questa cosa non serva, almeno sui grandi numeri.
Certo, si dovrebbe poi essere in grado di proporre qualcosa e qualcuno che rappresenti un’alternativa migliore rispetto a quella attualmente in uso; purtroppo, la sensazione è che il futuro ci prospetti – nel migliore dei casi – cinque anni di febbre a 37,4°. Felicità-ta-ta.
Repubblica.it
January 18th, 2006 at 12:43
Dettagliando il tuo futuro prospettico, immagino che invece di una temperatura costante, avremo cinque anni di ciclotimia.
Ovvero, una cosa è conoscere il sentiero giusto, un’altra è imboccarlo. Morpheus, Matrix.
January 18th, 2006 at 15:03
nella buona e nella cattiva consorte
January 19th, 2006 at 13:59
Basta non stare a stretto contatto coi polli.