Di sera, su un balcone, in periferia
Sono sul balcone. Ho appena finito di giocare a carte con la persona corta: ho perso, e l’ho aiutata solo due volte. Metto a posto un paio di cose, guardo fuori, vedo il palazzo dove andremo ad abitare tra qualche mese. Giro la testa, guardo un pezzo della casa dove abitiamo da undici anni, dove abbiamo iniziato la nostra vera vita da adulti – debiti, lavori nuovi, mobili, desideri, figlia, chili in più, libri, capelli bianchi, licenziamenti, amicizie, noia, eccitazione, suoceri, genitori, adsl. Ho paura che non riusciremo a venderla, questa casa, ho voglia di lasciarla e non me ne voglio staccare, non voglio cambiare nulla ma so di doverlo e volerlo fare. Torno a guardare fuori, vedo solo radi pedoni e cani stanchi, in lontananza il rumore di uno scooter smarmittato che si avvicina. Fa molto caldo.
July 21st, 2006 at 14:15
cambiar casa è una cosa strana, un piccolo malessere del genere a me è capitato di provarlo “dopo”
July 21st, 2006 at 18:00
Che bello, questo post!
Penso che lasciare la casa dove hai vissuto per tanti anni sia come staccarsi dal passato per andare incontro ad un futuro ancora incerto: non è facile. Ti riempie di malinconia. Però, a volte, il futuro è ancora migliore di ciò che lasci.
(Chiedo perdono: è che fa davvero troppo caldo, anche qui.)