Pozdrowienia z Warszawy – 2. Calorie
I locali – quelli con i quali ho parlato – dicono che a quattro, cinque gradi sotto zero mica si può parlare di inverno. Infatti, l’acciottolato di Stare Miasto, la città vecchia, inizia a ghiacciare solo verso le otto di sera, e gli inglesi (ma non gli indigeni, che non sono del tutto scemi) possono andare in giro vestiti solo delle loro improbabili giacchette, con le camicie aperte fino all’ombelico o quasi. L’anno scorso, mi dicono, di questi tempi faceva venti e anche venticinque sotto zero, e mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere la vecchietta che ho visto inginocchiata dalle parti dell’arcivescovado, mentre chiedeva l’elemosina ai rari passanti. La cucina locale, ovviamente, non si sdilinquisce in creazioni sofisticate, ma mira subito al raggiungimento dell’obiettivo primario – la sopravvivenza: così, la zurek na zarkwasie non è la solita zuppetta insignificante e scipita che ti possono appioppare in Francia, ma ti regala dei pezzi di salume e nientemeno che un mezzo uovo sodo, che ovviamente non riesce a sciogliersi – nemmeno nello stomaco. E il golenka è un blocco ciclopico di carne di maiale – l’intero ginocchio – accompagnato da patate e crauti e rafano, e insomma dopo mezz’ora sei stanco morto ma hai ripreso conoscenza e soprattutto calore, abbastanza da poterti riavventurare per le strade senza il timore dell’ipotermia.
February 8th, 2007 at 10:49
mi stai spaventando…sappilo.
February 8th, 2007 at 16:33
Vorrei la ricetta precisa, se possibile, del ginocchio.
February 8th, 2007 at 18:52
Naomi, e perchè mai?
Madame: credo che sia la stessa dello stinco di maiale che si trova in Alto Adige o in Austria. Ho apprezzato molto, le dirò.
February 9th, 2007 at 13:50
per l’ipotermia che descrivi…