Grosso guaio (a Chinatown)?
Io, più che delle microcittà etnicamente omogenee e scarsamente comunicanti l’una con l’altra che compongono le metropoli moderne, mi preoccuperei della nostra cronica incapacità di far sentire come giuste e di far rispettare a tutti le norme di base della convivenza civile secondo i canoni della cultura occidentale – sapete, quelle cose banali come non parcheggiare in doppia fila, rilasciare lo scontrino, pagare il biglietto del treno o della metropolitana.
April 13th, 2007 at 11:19
pagare le tasse, anche per dire.
April 13th, 2007 at 12:23
Perdonami di mettere bocca su questa cosa mentre non sono italiana e che nelle nostre periferie ci sono tanti problemi che dovrebbero farmi rimanere zitta e impedirmi di dare l’impressione di essere donatrice di morale. Non lo sono. Ma provo a capire. C’è qualcosa che non va in quella storia. Forse sbaglio, ma da noi la communità cinese è quella più rispettosa di tutte (mettendo il problema della mafia cinese di parte, che questo è un altro big problema), ci sono dei casi isolati, ma la communità se stessa si comporta molto bene in generale ed è molto rispettosa delle regole e della legge. Ho visto tante volte a xxmiglia, gente che trattava i cinesi da cani e loro presentavano sempre l’altra guancia (metafora!). Se quella signora si è parccheggiata in doppia fila e non ha voluto pagare la multa, non giustifica affatto che tutta la communità la difende mentre non ha rispettato le regole. Vorrei sbagliarmi, ma si sa come è trattata la communità dai poliziotti quotidianamente? Non sarebbe la famosa goccia che ha fatto trasboccare il vaso?
Ho delle radici italiane e so che i miei nonni, eppure molto rispettosi, hanno sofferto di tante ingiustizie in Francia per la sola colpa di essere stranieri. Spero di sbagliarmi su Chinatown… Intanto mi viene in mente quella canzone di Joe Jackson che mi piace tanto 😉
“Fai affari tuoi, you frog” ;-)… eh? 😉
April 13th, 2007 at 12:47
Può essere, e non lo escludo. Da quello che mi risulta, la comunità cinese di Milano ha fatto più o meno quello che ha voluto negli ultimi dieci anni, nella consapevole indifferenza della politica locale (e di un buon numero di cittadini: fra questi, il sottoscritto, senza dubbio). Ora, il sindaco Letizia “Messimpiega” Moratti ha imbastito – non senza qualche ragione – parte della sua campagna elettorale su una versione allo zafferano della tolleranza zero: e Via Paolo Sarpi è uno dei terreni di sperimentazione. Perfetto. Sul serio, a me non dispiacerebbe se Milano assomigliasse un po’ a Zurigo. Ma tutta Milano, anche Via Manzoni, e Viale Monte Rosa, e Viale Jenner, e Piazzale Lotto. In altre parole: perchè i cinesi si dovrebbero comportare meglio degli italiani?
April 13th, 2007 at 14:24
La tua domanda-conclusione è molto carina.
Sono comunque d’accordo sul fatto che gli stranieri devono rispettare la legge del paese che gli ospita, ma in scambio si deve trattarli in un modo più carino (sono troppo idealista lo so…). Non deve essere “facile” di essere un cinese nel Chinatown milanese, come non è facile essere di terza generazione e di radici maghrebine e africane in generale in un Francia che ti considera sempre uno straniero mentre sei nato in Francia.
Si sente, quella storia mette della acqua nel molino politico del vostro sindaco la quale se ne servirà purtroppo per il suo concetto di toleranza zero. Certi politici mi fanno paura, in Francia stiamo vivendo un periodo tremendo e non sappiamo a quale “sugo” saremo mangiati dopo il 6 maggio!
April 13th, 2007 at 14:26
opsss… mUlino 😉
April 13th, 2007 at 14:32
Non è facile? No, probabilmente non lo è. Ma diciamo che la vita viene resa più facile dal potersi adeguare all’andazzo generale (per essere più precisi: non mi interessano i cinesi che fanno casino a Chinatown, bensì gli italiani che fanno i cazzi propri – pardon – in tutto il resto della città).
April 16th, 2007 at 12:47
Si nota, Sir, che lei non è un autentico “milanes”, o direbbe (scriverebbe) “a Paolo Sarpi” e non “in via Paolo Sarpi”, e allo stesso modo “a Manzoni, Monte Rosa, Jenner” etc. – del che la ringrazio.
Per un approfondimento in merito a tutta la questione, molto ben scritto imho, dia un’occhiata a questo post, e relativi commenti.
Buon inizio di settimana, a si biri 🙂
April 16th, 2007 at 13:00
Caro Bardo, qui si cerca di dare un po’ di grazia all’eloquio quotidiano. Naturalmente io dico “troviamoci in Lotto” oppure “sono passato in Paolo Sarpi”, come ogni milanese che si rispetti. E che diamine.
April 16th, 2007 at 21:25
Ecco, questo mi dispiace… mi fa piacere comunque che continui a scrivere in buon italiano anche se parla alla maniera meneghina. D’altronde, capisco la sua scelta di rispetto: sa poeu minga tignì al pee in du scarp 🙂