Non so se capita anche a voi: a me succede sempre più frequentemente di trovarmi nell’imbarazzo di dare un giudizio su questo o quel fatto perchè qualunque giudizio mi sembra sbagliato. Faccio un esempio il più possibile innocuo (ah, beata ingenuità: si parla di calcio): “Walter Novellino, allenatore del Torino, non ce l’ha fatta a stare distante dai suoi giocatori. Per incontrarli negli spogliatoi del Parma, ieri sera Novellino si è nascosto dentro la cesta della biancheria sporca ma un giudice sportivo l’ha sorpreso e multato di 10 mila euro”. Premesso che si tratta di una scemenza, la mia prima reazione è quella di farmi una risata, perchè l’idea di uno stagionato signore che si ficca in una cesta di biancheria mi pare degna di un film di Louis De Funes, o di Alvaro Vitali; però poi mi pare di sottovalutare la faccenda, e penso che bisognerebbe essere severi – il giusto – anche con chi usa i mezzucci che il caso gli mette fra le mani; però poi mi pare di esagerare, mi dico che i problemi sono altri, che in fondo Novellino stava forse solamente provando a fare il suo lavoro nel migliore dei modi, che non voglio diventare uno alla “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare”; e insomma, posso andare avanti così ad libitum sfumando – e mi sa che nel mio piccolissimo sono una fotografia fedele del paese nel quale vivo (meglio, il paese nel quale vivo è una fotografia fedele del sottoscritto, sia detto con la dovuta modestia).
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