Com’è messo fisicamente Umberto Bossi lo vediamo tutti: non bene, per usare un eufemismo. Trema, bofonchia, si intuisce che il cervello lotta strenuamente non insieme bensì contro il corpo: dati i suoi malanni, la cosa non stupisce. Per anni siamo stati abituati a guardare i telegiornali e vedercelo protagonista come e più di tutti i suoi avversari, ubiquo come Silvio Berlusconi, dichiarante come Paolo Cento, sprezzante come Massimo D’Alema. Poi è stato costretto a fermarsi, e a stabilire altri e ben più lenti ritmi. Ogni tanto riemerge, e per una settimana o due torna a sgomitare per conquistarsi le luci della ribalta: è come se durante le pause forzate accumulasse le poche energie rimastegli, per poi giocarsele tutte in quei dieci o venti giorni nei quali annuncerà rivolte, sommovimenti, accordi, esplosioni. Gli altri, tutti, recitano la loro parte, chi pro e chi contro: ma non sembrano nè prenderlo nè prendersi sul serio, si comportano come si fa con i bambini che sono rimasti a letto per l’influenza o la polmonite – dai, poverino, ha bisogno di sfogarsi.