Greetings from Chicago – 6. Dove i telefoni non suonano
Tutte le città americane che conosco, persino quell’insensato agglomerato di palazzi abitati unicamente 9-till-5 nei giorni feriali che risponde al nome di Orlando, hanno una zona di verde, pace e tranquillità che pare presa da una favola o da un film sulla nobiltà rurale inglese. Qui è l’immensa area che racchiude il Field Museum, lo stadio di Soldiers Field, lo Shedd Aquarium e l’Adler Planetarium. Sarà che è sabato, che ci si avvicina all’ora di pranzo, che dal cielo arriva qualche sparuto raggio di sole: sembrano tutti completamente rilassati, i ciclisti, i pattinatori, le coppie che si tengono a braccetto, i pescatori, le madri sole che spingono il passeggino. Dal planetario, tra l’edificio e la statua di Copernico, si rimane fermi a guardare incantati una vista semplicemente straordinaria, e voltando la testa si incrociano le acque di questo lago enorme, che vanno avanti all’infinito, a perdita d’occhio come gran parte della natura americana. Mi sembra di non sentire nemmeno lo squillo di un telefono.