Io amo praticamente qualunque zona di questa città, anche il sobborgo di Las Rozas dove sono stato questo pomeriggio a parlare con una signora di Liverpool che mi ha detto “your english is excellent, but my italian is even better – when I’m drunk” – o quello di Tres Cantos dove andavo a trovare il mio vecchio capo e la mia amata collega Marìa Jesus. Però c’è questo gruppo di vie, giusto una manciata, che stanno tra il Palacio Real, il teatro dell’Opera e Calle Mayor: dove trovi i posti per mangiare tapas, e negozi di abbigliamento, centri culturali, chiese – e una serie di negozi, tutti abbastanza piccoli, di strumenti musicali, immagino per la vicinanza al tempio del bel canto.
Questo pomeriggio mi sono fermato davanti alle vetrine di Mundimusica, in Calle de Santiago. E la cosa fantastica non era la parata di strumenti, ma questo signore sulla cinquantina abbondante, alto, con un grembiule azzurro e gli occhiali e non so quale aggeggio in mano, impegnato a riparare un trombone – lo faceva con cura, come un orologiaio o un intagliatore di pietre preziose, senza prestare la minima attenzione a chi, dall’altra parte del vetro, lo fissava come si può fare con una bestia rara. Un cartello dice che quel negozio è stato nominato “artigiano tradizionale di Madrid”, ed è bello pensare che ne esistano ancora (ed è triste pensare che, probabilmente, ne rimangono troppo pochi).