Saluti da Roma ’08 – 4. Io vi amo a voi romani
Per una volta, mi spingo a parlare non dei luoghi che vedo, ma delle persone: sapendo di arrischiarmi, e non poco, nel prendere un campione fatto da una manciata di persone e usarlo per un ragionamento generale.
La prima cosa che mi viene da dire è che, almeno ai miei occhi, Roma ha una straordinaria capacità di annullare le origini; così, mentre a Milano una veronese rimane piuttosto distintamente una veronese e un palermitano resta un palermitano, qui tutti sembrano romani – anche quelli (la gran parte) che non lo sono nè di nascita nè di origine: e più la frequentazione con la città è lunga, più la romanità – qualunque cosa essa sia – sembra diventare parte integrante delle persone che vivono da queste parti.
La seconda cosa che mi viene da dire, ed è diretta conseguenza della prima, è che ogni volta provo la sensazione che se per un caso della vita mi dovessi trasferire qui – a Roma, voglio dire – subirei felicemente la stessa metamorfosi. Non è una cosa che posso dire di altre città.
La terza cosa che mi viene da dire è che un milanese dovrebbe venire a Roma almeno due-tre volte all’anno, e uscire – unico padano – con un gruppo di romani, e farsi fare nero dal loro linguaggio immaginifico, dal loro sarcasmo, dal loro cinismo millenario. Per dire, ma questa frase non so se la capiscono nemmeno le otto persone che ho incontrato ieri sera grazie ai buoni uffici di una persona che non esito a definire “amico” – per quanto l’espressione sia orrendamente abusata -, la cena di ieri sera è stata “curativa”. Poi, chissà, ognuno ha le medicine che si merita, ma questo è un altro discorso.
February 12th, 2008 at 08:51
Roma è una città che non fa mai sentire ospite. Ci vivo da tre anni, sono calabrese, ma non mi sono mai sentita straniera.
February 12th, 2008 at 10:38
Ci sta insomma dicendo che ha finalmente rivalutato i Beatles?
February 12th, 2008 at 10:58
maddeché ahò? macchettestaianventa?? (mi scusi, visto che la gradisce cercavo di interpretare la parte del cinico millenario)
February 12th, 2008 at 11:03
quando torni a roma vieni a trovare anche me allora, queste parole fanno bene all’ego 🙂
February 12th, 2008 at 11:33
La prossima volta che scende, Sir, faccia sapere in anticipo, cosi’ ci si organizza e la raggiungo nella capitale per abbandonare quel poco di milanesita’ che mi e’ rimasta addosso.
February 12th, 2008 at 11:33
Sarà stata anche curativa, devo però aggiungere che il Sir mi ha confidato, in caso di premartura dipartita (sgrat), il suo desiderio di far fermentare le spoglie.
(ha anche tentato di acquistare apposita maglietta, senza successo)
February 12th, 2008 at 11:45
Confermo tutto. Quanno moro me vojo fermenta’. E seppellitemi al Verano (o al BirFud, in alternativa).
February 12th, 2008 at 12:36
Mamma Roma…il Verano è molto ambìto, sa?
February 12th, 2008 at 15:59
Il tesoretto (di mamma)
Per la serie "" (così soddisfiamo anche l’amore per la romanità del Sir) non faccio altro che copiare ed incollare da sasakifujika ; quel che si aveva da dire in proposito lo si era detto qui , e non si è cambiata opinion
February 12th, 2008 at 16:07
Non è necessario fermentarle. Distillarle.
February 12th, 2008 at 23:25
Fa bene sentire qualche parola buona sulla romanità… sarà forse che chi ci abita come me è abituato a cogliere solo gli aspetti negativi (sempre vissuti con un certo distacco, in romano: me rimbarza).
February 13th, 2008 at 01:12
semplicemente perchè i romani non esistono. Bisognava esserlo almeno da sette generazioni per dirsi tali, beh io vivo qui da sempre ma non ne conosco neppure uno. Nel mio piccolo un nonno romano de Roma lo avevo, ma gli altri tre venivano da tutte le parti d’Italia. Come si fa a non essere accoglienti o a far sentire diverso chi viene da fuori se non siamo nient’altro che un calderone di barbari? Scanzonati, strafottenti, disincantanti ma con un sacco di pregi, rubati a tutti gli avi stranieri.
February 13th, 2008 at 10:50
però se il parametro sono le sette generazioni, allora i milanesi esistono come i romani (trovatemi un milanese doc), sicché non può esser solo questo il motivo. credo che le ragioni della contagiosa indole romana vadano cercate lungo la storia di roma e del suo popolo. è il pasquino cinico e sarcastico, ma disincantato e accogliente, abituato a più di un millennio di decadenza, di saccheggi, di rovine, di spopolamento, d’isolamento, e di soprusi papali e nobiliari.
February 13th, 2008 at 18:24
in due giorni grazie a te ho scoperto due blog coi controfiocchi (brodo e cloridrato) e siccome per me questa è una cosa di una certa rilevanza… grazie!