Greetings from Bordeaux – 3. Rue Sainte Catherine
Percorro questa lunga via pedonale che costeggia il centro di Bordeaux, in parallelo al lungo fiume. E’ piuttosto sporca, come la gran parte delle vie delle città francesi – Parigi in particolare – che mi è capitato di visitare in tempi recenti; sembra di camminare su una patina che viene dalla sedimentazione e stratificazione di birra, foglie di lattuga, escrementi di cani, inquinamento, sputi: un po’ come Bourbon Street a New Orleans alle quattro del mattino, per quel che può valere il paragone (e a Nawlins non ricordo nè cani nè inquinamento). Comunque, dato che non sono nato e cresciuto a Lucerna, non mi faccio troppi problemi, e ciondolo in attesa che mi venga abbastanza fame per andare a cena. Mi fermo a guardare una bambina orientale che si ammazza dalle risate scalando una grossa tartaruga di bronzo sotto gli occhi non meno divertiti della mamma. In una piccola traversa acciottolata e ingombra di cassonetti, nella quale entro per dare un’occhiata alla facciata di una chiesa che spicca nel buio, incontro una signora di età indefinibile, che indossa un basco con un fiore che più francese non si può. A pochi metri di distanza rimando indietro un piccolo pallone giallo ad un bambino che sta giocando da solo in attesa che il padre chiuda il negozio. Vedo un uomo portare un enorme mazzo di mimose, anche se non vedo nessun’altra indicazione che faccia pensare ad una festa della donna anticipata. Guardo una specie di fast food di specialità libanesi, che accompagna la bandiera con il cedro al tricolore francese. Vedo parecchie coppie miste. La pulizia non è tutto, in fondo.