Saluti da Roma ’08 (2) – Dalla sua pace
Di quest’ultimo paio di giorni trascorsi a Roma mi rimane fissa un’immagine. Ero in stazione, che aspettavo un collega in arrivo da Milano. Tutto intorno c’era il solito caos di una grande stazione ferroviaria, passeggeri, poliziotti, senzatetto, annunci. Mi è cascato lo sguardo su alcuni fogli di carta dimenticati sopra una seduta di marmo (che poi, sarà certo un materiale meno nobile – ma facciamo finta che): erano appoggiati a faccia in giù, tre fogli, e sul retro del primo c’erano alcune righe scritte a mano: Dalla sua pace – Don Giovanni – W. A. Mozart. Erano degli spartiti, e per un attimo – uno solo – passeggeri, poliziotti, senzatetto e annunci si sono fermati e zittiti, mentre cercavo di immaginare chi era colui o colei che aveva dimenticato quei fogli al binario 1 di Roma Termini. Sempre in quell’attimo ho addirittura fantasticato che quei fogli non fossero stati scordati, ma lasciati lì apposta, come un incongruo segno del bello. Poi è arrivato l’Eurostar partito cinque ore prima da Milano Centrale, e avevamo un appuntamento di lavoro di lì a dieci minuti, e adesso quegli spartiti saranno carta straccia.