Greetings from Brussels ’08 – 2. Sante visioni
Il giorno dopo la scomparsa di falce e martello dal parlamento italiano, mi ritrovo a pernottare in Avenue de Stalingrad, il grande viale che collega il palazzo della Borsa a Gare du Midi. A dispetto delle numerosissime vetrine con scritte in arabo e nomi maghrebini, mi dicono che in zona vive una grande comunità greca; e infatti, alle undici di sera, mentre esco dalla taverne dove sono andato a bere l’unica birra della serata, mi fermo sul marciapiede a guardare un pope che cammina verso di me. Sembra una specie di Frate Tuck, piccolo, grasso e ballonzolante. Siamo solo io e lui, uno in giacca e cravatta e l’altro nel suo saio. Alle mie spalle le voci di sei ragazze nella taverne, una che insegna alle altre i numeri in italiano. Forse Frate Tuck non mi vede, perchè ha gli occhi fissi sul marciapiede. Entro in albergo.