Greetings from London ’08 – 3. Anita
Molti anni fa avevo una collega, una ragazza che faceva il mio stesso lavoro nella sede di Londra; Anita, indiana, di una bellezza rara come solo le donne di quei paesi possono avere. Ci vedevamo due o tre volte all’anno, in occasione dei nostri meeting europei a Eindhoven, o dei kick-off in luoghi ancora più improbabili. Dopo qualche tempo, Anita diede le dimissioni. Si sposò con un ragazzo, anche lui indiano, e il matrimonio venne celebrato in India. I suoi colleghi ci fecero vedere le foto scattate in quella settimana di festa, che lei gli aveva portato andando a trovarli dopo qualche settimana dal suo ritorno: e se possibile era ancora più bella, con i trucchi, le decorazioni, il sari, i fiori. Non so che fine abbia fatto Anita, sono riuscito a mantenere i contatti – anche se sporadici – con diversi miei colleghi di quella vita professionale, Joost, Ernie, Gerda e Anne in Olanda, Maria a Madrid, Anna a Stoccolma: ma Anita, che era di poche parole ma sapeva il fatto suo, chissà dov’è e cosa fa.
Mi è tornata in mente perchè per due giorni consecutivi ho incontrato – una volta sull’aereo e una volta in fiera – due ragazze, chiaramente indiane, che portano il suo stesso cognome. E tutte e due le volte ho avuto la tentazione di fermarle e chiedere loro se erano parenti di Anita. Poi ho lasciato perdere, mi sono vergognato, non me la sono sentita di imbarcarmi in una spiegazione troppo poco plausibile, ed un piccolo pezzo del passato è tornato – per andarsene subito, in silenzio.