< City Lights. Kerouac Street, San Francisco.
Siediti e leggi un libro

     

Home
Dichiarazione d'intenti
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)

Talk to me: e-mail

  • Blogroll

  • Download


    "Greetings from"

    NEW!
    Scarica "My Own Private Milano"


    "On The Blog"

    "5 birilli"

    "Post sotto l'albero 2003"

    "Post sotto l'albero 2004"

    "Post sotto l'albero 2005"

    "Post sotto l'albero 2006"

    "Post sotto l'albero 2007"

    "Post sotto l'albero 2008"

    "Post sotto l'albero 2009"

    "Post sotto l'albero 2010"


    scarica Acrobat Reader

    NEW: versioni ebook e mobile!
    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2009 versione mobi"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione epub"

    Scarica "Post sotto l'albero 2010 versione mobi"

    Un po' di Copyright Creative Commons License
    Scritti sotto tutela dalla Creative Commons License.

  • Archives:
  • Ultimi Post

  • Sfumando
  • Srebrenica, 11 luglio
  • Gabo, e mio papà
  • “Vero?”
  • Madeleine
  • Scommesse, vent’anni dopo
  • “State andando in un bel posto, credimi”
  • Like father like son
  • A ricevimento fattura
  • Gentilezza
  • April 2008
    M T W T F S S
     123456
    78910111213
    14151617181920
    21222324252627
    282930  

     

    Powered by

  • Meta:
  • concept by
    luca-vs-webdesign

     

    30/04/2008

    Greetings from London ’08 – 4. Nani e ballerine

    Filed under: — JE6 @ 08:53

    In fiera c’è un solo imperativo: richiamare gente, “generare contatti”. Diecimila persone concentrate in qualche migliaio di metri quadri, e bisogna incontrarne il maggior numero possibile. Per farlo, si ricorre a qualsiasi mezzo: far entrare un autobus a due piani, offrire pop-corn fin dalle dieci del mattino senza soluzione di continuità, mettere in palio una Wii. Si ricorre al sesso, senza troppi problemi: da anni, la Steve Wexler ha una o due standiste implacabilmente identiche a Pamela Anderson pre-sgonfiamento, tailleurino con minigonna ascellare, scollatura larga e profonda e una quinta che preme e dalla quale si possono staccare gli occhi solo richiamandosi ripetutamente al rispetto dei sacri valori della famiglia. Tutto questo fa parte del baraccone che si sposta da Londra a Chicago, da Lille a Wiesbaden, da Norimberga a Parigi, e ormai ci siamo abituati. Però si può sempre fare di più, e di peggio. Ieri, mentre aspettavo un cliente americano vicino all’ingresso del padiglione, guardavo smarrito una piccola macchia viola che percorreva il corridoio. Una macchia alta un metro, forse un metro e dieci. Viola, dicevo: come il vestito a tre pezzi, e le scarpe, e la cravatta, e il trucco sulla faccia. Chè quella macchia era una persona: piccola, come sono i nani, ma pur sempre una persona.