Piuttosto
A Milano, i vecchi hanno questo modo di dire: “Piuttost che nient, l’e mej piuttost” – insomma, qualcosa è meglio di nulla, che sia lavoro, cibo o amore fa poca differenza.
Ogni volta che ho sentito mio suocero pronunciarla, ho pensato che quella frase fosse un concentrato di quel buonsenso e di quella inossidabile capacità di resistere, quella che ha fatto passare lui e la sua generazione – quella dei miei genitori – quasi indenne attraverso bombardamenti, emigrazioni, lavori incerti, fame e tutti gli altri ovvii guai dell’esistenza.
Ma capita che i casi della vita ti fanno pensare se e quanto quella frase sia “giusta”. Casi non tuoi, ma che – riguardando persone alle quali vuoi molto bene – finiscono per esserlo, anche se quelle persone non ti hanno chiesto consiglio. E ti rendi conto che una risposta non ce l’hai: o meglio, è solo la tua risposta, e sai bene che è davvero tutto relativo. Stare con una persona a mezzo servizio, passare otto ore al giorno in un ufficio solo per lo stipendio. Meglio piuttosto, o meglio niente? Il tuo carattere ti farebbe dire che è meglio piuttosto, che quella persona ti può dare ciò che la solitudine non ti offre – un bacio, una telefonata, una parola -, che quel lavoro a volte ti riempie la giornata con regali che si sommano alla busta del ventisette – un aumento non richiesto, un cliente che ti fa i complimenti – cose che non avresti se tu fossi a casa a guardare il soffitto.
Certo, potresti invece dire a quelle persone che, almeno per un po’, sarebbe preferibile il niente al piuttosto, sarebbe meglio non accontentarsi e dare un calcio a tutto e tutti. Ma capirebbero che tu ci credi come ad un’ipotesi di scuola, una tesi da libro di hard discount, un enunciato filosofico. Perchè per te la vita non è ricerca quotidiana e costante della felicità – che quello è il modo perfetto per essere costantemente e completamente infelici – ma è provare a costruire qualcosa su ciò che un po’ il tuo merito e un po’ la fortuna ti hanno dato, sapendo – o provando a convincersi – che le cose sono spesso meno belle e altrettanto spesso meno brutte di come ce le dipingiamo.
Sarebbe una risposta, una di quelle possibili. Tuo suocero sarebbe d’accordo con te. Quelle persone a cui vuoi bene, chissà.