Greetings from Alsace – 3. Siamo tutti Maginot
Il memoriale della Linea Maginot a Marckolsheim si incastra tra quello che pare essere un impianto di stoccaggio e raffinazione e lunghissimi campi di mais. Lo si visita in fretta, la casamatta fortificata – una specie di sommergibile da terraferma in cemento armato – un pezzo di ponte e quattro veicoli corazzati. Ma i simboli hanno una forza che va ben oltre ciò che mostrano agli occhi; la Maginot, la linea di difesa che mai i tedeschi avrebbero potuto valicare, non venne mai usata perchè i tedeschi stessi non fecero altro che girarci intorno da nord. Centinaia di chilometri di bunker, cannoni, fortificazioni: tutto inutile. Guardo questo pezzo di passato, che oggi finalmente trova un suo scopo – imprevisto per il suo ideatore, certo – e non riesco a non pensare a quanto ci affanniamo per difenderci, per attaccare, per prevedere i comportamenti altrui, per controllare tutto nella presunzione di essere gli unici artefici del nostro destino. Poi arriva l’imprevisto, ci aggira da nord ed eccoci giocati, anche dormire con la luce accesa per la paura del buio non è servito a niente. Monsieur Maginot era un militare di professione, ma pure un filosofo: senza saperlo.
August 21st, 2008 at 14:46
Tra le tante auliche interpretazioni me ne viene in mente una terra terra su chi (servizio o utente) si ostina a fare dei walled garden sul web2.0. A che serve lucchettare i feed o i servizi (faccialibro tanto per non fare nomi) in un mondo fatto di bypass sulla rete sociale?
“Io vi denuncio tutti”, diceva qualcuno… 😀
August 22nd, 2008 at 11:29
Per i francesi era impossibile passare da nord, troppo impervio il cammino. Mai dire mai.